sabato 20 luglio 2013

Non mi passa proprio un cazzo, ovvero "un altro pezzo della mia storia personale non troppo credibile"

Oggi vi voglio raccontare di quando, per un breve periodo di circa quarant'anni, feci il floricoltore (perchè il letame è sempre il miglior fertilizzante). Tutto ebbe inizio quando, da bravo disoccupato bighellone che ero, non avevo mai un soldino in tasca per comprarmi le gomme da masticare che ci fai anche i palloncini soffiandoci dentro. Uno di quegli squattrinati giorni dicevamo, me ne stavo a passeggiare "timidamente affranto" (cit. Zio Peppi) per la Rue de Cremapastiscerà all'incrocio tra Pavisgì e la Rambla di Barcellona, quando, seguendo con lo sguardo il moto ipnotico di un piccione che scassava la testina nel modo in cui solo loro sanno fare, vidi una moneta da un soldo per terra e tosto l'afferrai, la esaminai e dopo aver decretato che non v'era nome alcuno inciso sopra, avidamente me la intascai (apro una parentesi di discorso diretto col lettore, e uso il singolare perchè penso sia solo uno, per dirgli che ogni tanto penso di essere davvero un genio). A quel punto mi restava solo una cosa da fare: mi recai subito subito al bar più vicino e, per aiutarmi a pensare, ordinai istantaneamente un semplicissimo cappuccino d'orzo decaffeinato corto ristretto doppio chiarissimo special con tanta schiuma macchiato in mezzo senza latte con panna non zuccherata mezza montata tiepida su cialda di crema catalana doppia alla fragola servito in un bignè alle olive con zucchero di canna raffinato dietetico e mi sediqui con allegrezza ad un tavolinetto esterno, per poter fumare placidamente la mia immancabile pipa a bolle di sapone (un pregiatissimo pezzo donatomi personalmente dal Bavone Decagavse dalla sua collezione personale). E proprio lì, seduto in mezzo a raffinate copie dell'alta società Franco-Altatesina, inebriato dall'aroma del caffè e con la testa immersa in un miliardo di bolle di sapone, rimasi fulminato da un' idea così folle da sembrare folle: sarei divenuto floricoltore! Il perchè? Non lo sapevo allora come non lo so adesso ma me ne sono sempre sbattuto alla grande. Le cose andarono più o meno così: uscendo dal bar trovai un altro soldino a terra, lo presi e me lo intascai, ma invece di spenderlo per un qualsiasi caffè ristretto doppio lungo gocciato shakerato all'amaretto e panna fresca intera non pastorizzata montata a neve mezzana al cacao amaro in polvere fina mischiata col burro di margarina, lo feci fruttare e comprai una serra di 40mila ettari, delle lampade preposte alla coltivazione diretta e un fattore con cappello di paglia e una spiga di grano in bocca per fare il lavoro. Anche un piccolo trattore a dir il vero. Piantai pomodori a go-go, li vendetti ad un ottimo prezzo al kg. ad un miliardario russo che voleva far salsa per l'inverno e divenni miliardario russo a mia volta. Purtroppo fui così allocco da farmi pagare tutta la cospicua cifra con un'unica moneta ipercompressa del valore di mille miliardi di dollari russi circa, che perdetti poco dopo passeggiando per strada. Fu così che tornai poverello e bighellonatore ma felice. Da allora ho trovato molti altri soldini per terra, ma non quella moneta; peccato. 

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