venerdì 5 luglio 2013

È una festa esclusiva (sottotitolo: lei qui non ci entra se non è in pigiama e cravatta) prima parte

Questo temutissimo blog inaugura oggi la sezione dei romanzi d'appendicite. Oggi in omaggio la prima parte del primo scrigrgr di queta specie, o genere che dir si voglia. Ogni tanto ne verrà postata un'altra parte, rigorosamente a cazzo di cane.

Prefazione:
Ed ecco qui, a glande richiesta, un altro romanzo benn scritto, appositamente per voi che mi amate a tal punto da tentare di darmi fuoco all'auto un giorno sì e l'altro anche. Ma non mi voglio dilungare e lascio la parola per una breve introduzione letterata ad un personaggio che non ha bisogno di presentazioni:
Vediamo chiaramente in questo grottesco romanzo, ancor più che in altre sue opere, come l'autore sia un perfetto illetterato ignorante e come l'editore sia senza ombra di dubbio un pazzo scatenato a piede libero, ancora in circolazione solo in virtù di un qualche errore giudiziario. Questa volta il pretesto è la fantaaaaaaaaa gu gu gra gra gra (era un individuo troppo serioso, quindi la sua psiche non ha retto a contatto con tutto ciò e l'abbiamo perso N.D.A. scienza.

Cap. I - La metallica metropoli
Geico era stando invitato alla festa più esclusiva di tutta la società bene di New Gabroviza, la grande ellisse, il paradosso del dislivello economico, la cyber-metropoli dove tutto era possibile, centro nevralgico delle maggiori multinazionali planetarie. Era qui, nella periferia, che erano stando erette le enormi tecno-tendopoli dove tutti gli scienziati del mondo lavorando senza sosta a nuovi super-mega-iper gadget per far progredire sempre più velocemente il pianeta; era qui che qualche secolo prima erano stando eretti i primissimi palazzi Endo-poleis, strutture condominiali a se stanti perfettamente autonome in tutto, dove la gente nasceva e moriva senza mettere mai il becco fuori dal portone d'ingresso e dove c'era anche il portiere di notte; era qui che la gente veniva da tutta la galassia quando cercava trapianti o innesti cybernetici di tutti i tipi, dai sinte-occhi agli apparati potenziatori metallico-unicellulari emmepitre e aifoncinque. Ed era qui che viveva, nei quartieri sospesi, la creme della creme dei ricchissimi ominidi spaziali e che si tenevano le feste più schifosamente sfarzosissime del sistema solare. La cosa più sorprendente in tutto questo era che Geico Tutrut non era che uno squattrinato metalpizzaiolo tessile itinerante e quell'invito alla festa era cosa davvero assai stranerrima; ed era anche abbastanza strano che New Gabroviza avesse una superficie di circa 1 km quadrato, interland e osterie per l'ultimo bicchiere compresi.

 ...continua....

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