sabato 13 luglio 2013

È una festa esclusiva (sottotitolo: lei qui non ci entra se non è in pigiama e cravatta) terza parte

 La prima parte qui; la seconda ciop
Cap. III - L'attacco dei cloni insulsi.
-Voglia scusando le maniere poco ortodosse mr. Tutrut, ma non c'è tempo; inizierà a breve!- disse l'omone subito dopo aver chiuso la porticina che immetteva nel piccolo privè di vetro acustico (per farla breve, chi stava fuori vedeva e sentiva tutto quello che succedeva lì, come fosse stato nello stesso ambiente) alle loro spalle.- Che cosa inizierà?! - chiese spaventato Geico -e chi è lei? Perchè ho ricevuto l'invito a questa festa? Cosa sta succeden...- Non ebbe il tempo di finire la frase che una devastante esplosione aveva aperto una breccia nella mura della fortezza di cristallo della regina. Era iniziato l'attacco dei cloni insulsi; la fortezza era nel caos più totale, dalla breccia sciamavano i caccia ala "e alla x" sparanti orridi raggi laser, gli ospiti stavano decedendo a frotte, chi per i colpi delle navette, chi per le scansie di libri che gli erano cadute sulla capa, chi di noia. Anche l'interlocutore di Geico era stato schiacciando da qualcosa (era il peso del rimorso per una brutta azione di molti anni prima) ed era soccombuto. Geico uscì dalla porticina di vetro, dopo averci sbattuto contro e la scena che vide fuori era (ovviamente) identica a quella che aveva già visto da dentro la stanza. Tutto sembrava perduto; qualcuno stava minacciando concretamente, per la prima volta nell'ultima settimana, il dominio incontrastato di Ladycacca; un epoca stava per finire, ma chi era che osava osare tanto?. Mentre Geico era perdendo in queste eculubrazioni i cloni erano tutti atterrati ed erano passati all'attacco a piedi con spada-dentifricio-laser: sembravano indemoniati, uccidevano chiunque trovassero sul loro cammino, tanto che l'intera guarnigione di palazzo coposta da due soldati scelti non esiteva più... morti!
Al improvviso una voce dal nulla -Geico, vai in quello sgabuzzino dietro di te, presto!- e così Geico fece; entrò in quell'sgabuzzino, richiuse la porta dietro di sè e subito subito perdendo i sensi e svenendo senza remore alcuna.

 ...continua....

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