sabato 21 marzo 2015

Grandi opere Dautore incompiute (in computer)

Non tutte le grandi opere vedono la luce; questo è risaputo. Perciò oggi vi proponiamo alcune chicche sulle quali il vostro affezionatissimo è riuscito a metter mano nel corso degli anni. Sono progetti, stralci, inizi, appunti di opere che per un motivo o una cazzata non hanno visto la parola fine e sono rimasti nei cassetti della biancheria (sporca) per anni e anni e anni e mesi, ore perfino. Che siano libri, fumetti, films, opere teatrando o altro, engioi de sciò raga, engio de sciò!
Perchè non vai a lavorare, autore di questo blog dei me cojoni?!?


Quello stronzo dell'autista dell' autobu che piglio ogni mattina per andare al lavoro. 
Un romanzo di Dino Conta

Il sole fece pigramente capolino quella mattina d'autunno, mentre Fredraic Turboleso si stava preparando per uscire di casa e affrontare uno degli eventi più importanti di tutta la sua vita: era da anni che si preparava incessantemente per l'occasione che gli si era finalmente presentata... ma facciamo un passo indietro... AIUTO, INCIAMPO SU UN OGGETTO NON PREVISTO... CADO...SBATTO LA CAPA... MUORO!

N.d.e. sempre meglio guardare dove si cammina...



Super uomini muscolosi di professione impiegati salvano il mondo dai terroristi barbuti 
Un film di Maico Propaganda

Maico Propaganda aveva un sogno: fare un film in grande stile a Hollywood. E dopo 20 anni spesi a fare gavetta in mediocri produzioni, specializzandosi soprattutto nel genere delle commedie filosofico/splatter/pecorecce, riesce ad ottenere il finanziamento per l'idea della sua vita e cioè il super action movie dal breve ma intenso titolo Super uomini muscolosi di professione impiegati salvano il mondo dai terroristi barbuti (peraltro accorciato rispetto alla prima idea originale di chiamarlo Super uomini muscolosi con riporto e la pancetta di professione impiegati qualcuno in banca, altri in posta, altri in vari uffici comunali e regionali, salvano il mondo dai terroristi barbuti un po' scuri e assai cattivi armati fino ai denti, a suon di esplosioni, botte, esplosioni, sparatorie, esplosioni, inseguimenti, esplosioni, idee brillanti ed esplosioni, travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, il tutto piluccando l'ultimo pandoro rimasto dal Natale, ripieno di gelato però).
Iniziano le riprese, che secondo la filosofia di Maico, dovranno essere eseguite nello stesso ordine della svolgimento della storia. Parte il ciak della prima scena: in primo piano si vede un ometto di mezz'età in strada che manda un bacio ad una signora che sta a salutarlo sulla soglia di una casetta (la moglie? l'amante? La sorella? questo ancora non lo sappiamo). Sullo sfondo un'auto parcheggia ma nel fare manovra tocca accidentalmente un altro veicolo; questo esplode provocando una serie  di esplosioni a catena di tutte le macchine dell'isolato. Nel cielo un elicottero viene abbattuto da un razzo, da dietro un grosso palazzo esce un commando armato che inizia a fare fuoco a casaccio  e subito dopo un centinaio di Swat entrano in azione. Esplode qualcosa in lontananza, poi esplode un grattacielo di 9.000.000 di piani... e qui l'inghippo; la carica sistemata per gli effetti speciali era leggermente eccessiva e provoca l'esplosione accidentale del regista stesso.



La filosofia dell'essenza nell'infinito irreale casuale: un soliloquio srtacciapalle in settantaquattro atti troppo lunghi
Una rappresentazione teatrale di Ausclopio Pseudointellettualoide

L'Ausclopio, già famoso come critico d'arte e testimonial per antidiarroici ha intenzione di proporre un'opera che rivoluzionerà per sempre il concetto stesso di teatro; vista la mole di lavoro che si è prefisso però decide di fare un test preliminare iniziando a buttare giù un piccolo abbozzo di 32 ore di spettacolo e mettendolo in scena per pochi amici intimi. Al quarto minuto però il ragionier Vergazzi (suo testimo di nozze) estrae un fucile da caccia a canne mozze e lo abbatte. In seguito non si pentirà mai di quell'azione.


Intanto questi, perchè le perle rare van assaporate un poco per volta...


giovedì 19 marzo 2015

Elogio inverso della macchina lavavestiti semi automatica (prima parte)

L'ammorbidente non esiste. È solo un concetto radicato nelle nostre menti ma privo di qualsivoglia fondamento reale. Davvero, pensateci un attimo, se esistesse davvero, indossando questi cosidetti vestiti ammorbiditi, saremmo tutti morbidi di carattere, anzichè egoisti e anche un po' stronzi come da dimostrazione dei fatti (affacciati alla finestra e aspetta cinque minuti che succeda qualcosa se non ci credi, tipo uno che clacsona BEEP BEEP ad un altro a un incrocio e l'altro che scende e lo vuole schiattare di mazzate col crick). Quindi l'ammorbidente non esiste dicevo e visto che è così e l'abbiamo appena dimostrato, adesso parliamo di altro: me ne stavo comodamente con i piedi appoggiati sulla scrivania del mio ufficio a Scranton quando all'improvviso non ti suona il telefono?! Apro gli occhi di scatto e rispondo fulmineo - Chi scassa?- Dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio dall'altro capo la voce sensuale di una femme fatale bionda col vestito rosso anni 50 mi dice - Parlo con Mr. Malone Sendà, Praivat Investighetor? -
- Sì bambola, sono io -
- Ho un caso delicato da affidarle, sarebbe meglio parlarne di persona, si tratta di mio marito; penso mi tradisca con la donna di Vincent Calibro Thompson, il boss della mala, famoso per essere il mandante di centinaia di omici efferati e... -
- Ha sbagliato numero, qui ci occupiamo di forniture di carta per gli uffici, addio. - CLICK
Mi rimisi a sonnecchiare a piè sospinto in attesa di un caso interessante; non succede mai niente qui a Scranton...
All'improvviso la porta si apre con rapido scatto: è Laverne, la mia segretaria che mi fa dice con voce concitata che sono finiti i muffin alla fragola. La poveretta non ha il tempo di spiegarmi i dettagli che scatto in piedi, agguanto il pastrano e la mia fedele cal. 45 e sono giù in strada pronto a spaccare qualche culo flaccido; devo trovare al più presto dei muffin per la colazione... cazzo! Io odio le brioches

CONTINUA

domenica 1 marzo 2015

Le cronache di Antioco; una novella fentasi TOMO SECONDO (nonchè ultimo, grazie al cielo)

Sir Antioco III, della casata della Capra Artistica, secondo del suo nome, re degli Isgrigriani, sovrano incontrastato delle Quattro Terre dell'Ovest, protettore delle genti libere del Sud- Sud est, Cavaliere dell'ordine al tavolo tre e altri titoli ancora, era in viaggio da quattro giorni e quattro notti con il suo seguito per recarsi alla vicina città costiera di "Guardacomeèaltodaquestascoglierastaiattentochecadidaischerzavoopsètroppotardipazienza".
Purtroppo furono attaccati dall'esercito di
Lord Fender, il miglior musicista più bravo e al contempo più spietato di tutto il regno, e soccombettero tutti quanti, anche perchè si fecero trovare impreparati perchè quando uno prima di partire aveva detto "magari è meglio se ci portiamo anche le spade" la risposta generale era stata una fragorosa risata condita con frasi del tipo "Ecco; è arrivato il guastafeste, ma cosa vuoi che succeda durante il viaggio, ma dai" oppure "Eh sì ah, ci attaccheranno proprio durante gli 84 giorni di cammino adesso!" o ancora "portale tutte tu, se proprio ci tieni, sfigato!"

D'altronde è pur sempre un mondo fantasy ed è così che vanno queste cose...

FINE delle Cronache


P.s. dopo i titoli di coda: In realtà si salva solo un avvocato che fa causa all'esercito di Lord fender e dopo anni di peripezie legali vince, diventa quindi il nuovo sovrano di tutte le terre ma muore poche ore dopo avvelenato da un'overdose di zucchero di barbabietola nel caffè.

Sul perchè (quasi) nessuno commenta questo blog

Questo blog molto probabilmente non viene commentato da (quasi) nessuno perchè è una merda.






P.s. Ultimamente almeno è aggiornato molto di frequente.






P.p.s. Però almeno un commento ogni tanto...






P.p.p.s. Comunque anche io vi voglio un poco bene...