domenica 28 luglio 2013

Se ero ricco ma avevo usare i tempi verbali malissimo

Questa mattina ho compvato un povsce, pevchè ne avevo voglia; l'ho pagato in contanti con un assegno via carta di credito e l'ho usato per andare dal concessionario fino  all'infimo bar dove sono uso bere un carissimo caffè (1,10 € poichè di marca nota), una cinquantina di metri più in la. Dopodichè, visto che consumava troppo l'ho abbandonato (il Povsce) nel posteggio facendo finta di nulla per non destare sospetti e, per muovermi agilmente in giro per città, ho comprato un'utilitaria di terza mano a rate bimestrali; l'ho infilata nel caminon della "Fondazione Knight per il rispetto della legge" e con quello me ne sono andato a spasso per le timide viuzze della metropoli in cui vivo, infrangendo una discreta quantità di norme del codice stradale; ah ah, sono proprio un simpatico burlone. Comunque, dicevo, una volta arrivato nella zona del porto sono sceso dal camion e l'ho fatto finire in acqua (per non pagare il parcheggio), dopodichè ho preso la mia barchetta da 90 mt. lineari e me ne sono andato a fare un giretto nel golfo, direzione centro città. Il capitano, un simpatico lupo di mare di 75 anni con barba bianca e pipa sempre in bocca che ho assunto tre anni fa da principio come mozzo, mi ha fatto notare che le correnti in quella zona non erano il massimo per navigare, così l'ho licenziato e ho messo al suo posto un giovane regista che si trovava nella stiva per alcune riprese di interni. Forse per questo dieci minuti dopo siamo affondati. Fatto sta che per fortuna ho fatto venire il mio elicottero personale a salvarmi e già che c'ero ho dato ordine al pilota di portarmi alle Maldiwe per fare un bagnetto e per conquistare il tanto agognato dai turisti brevetto di sub; dopo essere stato in ammollo per un poco, essendo un po' affamatino, mi sono recato nel ristorante di un ameno hotel 15 stelle del posto. Purtroppo era tutto pieno, così per non restare a stomaco vuoto, ho dovuto comprare tutta la catena a cui apparteneva quell'aberghetto di lusso, così sono riuscito a fare il mio luculliano pasto composto da un panino con wurstel e frittata e un bicchiere d'acqua di rubinetto. Poi ho ceduto gli alberghi ad un barbone da spiaggia (così sono riuscito a fare anche la mia buona azione quotidiana) e mi son fatto riportare lesto lesto a casa. Di un altro però, che al vedermi entrare ha proferito le famose parole "Questa è casa mia, fuori di qui", al che ovviamente ho dovuto acquistare l'intero palazzo e farlo demolire per costruirci al suo posto una supermegaiper palestra di Fitness&Zumba cha piace assai a grandi e piccini. Essendo poi pomeriggio inoltrato ho aiutato una simpatica vecchietta di 35 anni ad attraversare la strada (non so perchè ma sembrava un po' offesa quando l'ho chiamata "A nonnaaaa"; valli te a capire sti vecchiacci moderni) comprandola e rendendola pedonale in quel punto.
Adesso per concludere degnamente una faticosa giornata lavorativa non mi resta che un bagnetto nella pisssina del mio hotel 37 stelle nella periferia vips di Niuiorc e poi cena coi al Ritz.
Fanculo a voi, plebei  arrivederci miei cari.

p.s. Ah sì; ovviamente ho ereditato tutto dallo zio di un altro truffando le carte.

p.s.s. Che post di merda.

mercoledì 24 luglio 2013

L'inesorabile inevitabilità del verbo Sajeje ovvero "come 9 volte su 10 i titoli dei miei post non c'entrano una minchia con il contenuto"

-Effettivamente è proprio così- disse Linotipgragrio con fare pensieroso mentre passava in rassegna con lo sguardo i ninnoli impolverati della mensola sopra il caminetto -ho mangiato pollo con le zucchine a pranzo -
- Capisco, capisco - rispose annuendo con la testolina il Dott. Lapismutanraldo che se ne stava seduto sulla poltrona impolverata alle sue spalle. - Ma il vero motivo per cui mi trovo qui quest'oggi - aggiunse con tono preoccupato  -è perchè ci serve disperatamente il suo aiuto... sono ricominciati gli omicidi-
A quelle parole Linotipgrario Martinicouflanico si girò verso il suo interlocutore, lo fissò intensamente negli occhi per qualche secondo (che al dottore sembrarono un'eternità) e poi parlò, scandendo le parole lentamente e con tono fermo -Mi piacerebbe riuscire ad aiutarvi, ma lo sapete, non mi occupo più di questi affari,  mi sono ritirato inderogabilmente più di cinque anni fa; mi spiace-
-Capisco; quand'è così la ringrazio per la sua ospitalità e per il thè e mi congedo per andare a riferire agli altri la sua posizione - disse il Dottore alzandosi e sollevando un nuvolone di polvere sottile che lo circondò completamente facendolo apparire come un'eterea figura onirica.
- Aspetti. Se è così grave per voi vi aiuterò... ma per l' ultima volta - A queste parole il volto del Dott. Lapismutanraldo si illuminò e lui si profuse in mille e più ringraziamenti vivissimi e sinceramente impolverati gettandosi in ginocchio ai piedi dell'uomo a cui si era rivolto per chiedere aiuto e urlando -non sono degno, non sono degno-
- va bene, si alzi; è degno, è degno- disse Linotipgragrio da uomo poco avvezzo ai sentimentalismi per uscire da quella situazione di empasse quasi imbarazzante - inizi piuttosto ad erudirmi sui particolari del caso-
- dunque, cose stanno cos'ì: il primo omicidio è avvenuto fuori dal night club di Don Bacolo, il Pink Cioccomenta. La vittima è una ballerina del locale, Geena Wal; non abbiamo ritrovato la testa. Il secondo cadavere è Lindfur Foncrocchen, un apicoltore di origine spagnola che viveva e lavorava in periferia; colpi multipli da arma da fuoco a salve. La terza e ultima (per ora) vittima è un'attrice di teatro, tale Auswalda Primadonna, entrata in camerino dopo lo spettacolo di mercoledì scorso e mai più uscita: una coltellata al cuore. Quello che ci spaventa è che sia la vittimologia casuale che il modus operandi casuale sono identici all'altra volta. Lui potrebbe essere tornato a colpire; ci aiuti.-
-Non l'avete mai preso vero?-
-Vero-
-Perchè esattamente? Mi rinfreschi la memoria, la prego-
-Perchè non abbiamo mai capito chi fosse, data la casualità delle sue azioni.-
- Tuttavia siete sicuri che si trattasse dello stesso individuo; un maschio bianco tra i trenta e i quarant'anni di famiglia medio borghese probabilmente laureato-
-No; veramente questa era la sua teoria alla quale non abbiamo trovato nessun riscontro pratico.-
-Ah davvero? Però eravate convinti che l'assassino fosse sempre lo stesso...-
-No, era sempre lei ad esserne convinto, non si sa perchè-
-Interessante, sì...- Linotipgrario Martinicouflanico aveva preso a camminare in circolo per lo studio con le braccia dietro la schiena, la mano destra stretta dalla sinistra.
-Sì cosa?- chise timidamente il dottore, che iniziava a non capirci più molto e si era nuovamente lasciato cadere sulla polverosissima poltrona ikea di fine 800.
Linotipgrario a questo punto si fermò, si accese lentamente la sua pipa preferita, dopo averla presa dalla teca contenente i migliori pezzi della sua collezione, e iniziò a parlare con calma - Lasci che le racconti un aneddoto, giovanotto- nel frattempo si era seduto sulla poltrona pozizionata di fronte a quella del dottore - quando ero un ragazzino di trenta barra trentacinque anni, con gli amici eravamo usi raccogliere per strada degli stronzi di cane, metterli in un sacchetto di carta (di quelli dove i barboni americani ci mettono le bottiglie di Uischei) e dargli fuoco dopo averli piazzati davanti alla porta di qualcuno. Poi suonavamo il campanello e ci nascondevamo dietro una siepe di fronte al portone.L'ignaro usciva e per spegnere il piccolo incendio pestava conle scarpe il sacchetto, spiaccicando senza saperlo, anche la merda che stava dentro.-
Il Dott. Augustvaltringertuno Lapismutanraldo era  sempre stato un uomo pragmatico e dopo qualche secondo di smarrimento in seguito al silenzio del suo interlocutore (che aveva però preso a fissarlo intensamente con cipiglio da gufo) chiese - Non capisco cosa c'entra questo con il nostro caso-
-C'entra, mio caro Dottore, che la puzza di merda che si sprigionava da quel sacchetto dopo che era stato pestato è uguale a quella di questo caso ambiguo. Ecco cosa c'entra.-
-E quindi?-
- Quindi ho risolto il caso, mio caro Dott. Miscredente. La questione è molto semplice e non dovete preoccuparvi: non è il vostro assassino che è tornato a colpire. La prima vittima deve essere uscita dal locale e aver visto un bell'uomo e aver conseguentemente perso la testa; la seconda vittima aveva un nome troppo stupido per continuare a vivere, tant'è che è riuscito, come voi mi dite, a morire per causa di pallottole finte; infine la terza vittima era, per stesso suo destini, una primadonna, quindi per attirare su di sè l'attenzione mediatica che ormai era divenuta quasi nulla ha finto il  proprio omicidio con un coltello finto di scena. - e così dicendo sbuffò con soddisfazione una simpatica nuvoletta di fumo bianco.
- Ma lei come fa ad esserne certo?- chiese il dottore con un misto di stupore e ammirazione.
- Semplice: li ho uccisi io.-

sabato 20 luglio 2013

Non mi passa proprio un cazzo, ovvero "un altro pezzo della mia storia personale non troppo credibile"

Oggi vi voglio raccontare di quando, per un breve periodo di circa quarant'anni, feci il floricoltore (perchè il letame è sempre il miglior fertilizzante). Tutto ebbe inizio quando, da bravo disoccupato bighellone che ero, non avevo mai un soldino in tasca per comprarmi le gomme da masticare che ci fai anche i palloncini soffiandoci dentro. Uno di quegli squattrinati giorni dicevamo, me ne stavo a passeggiare "timidamente affranto" (cit. Zio Peppi) per la Rue de Cremapastiscerà all'incrocio tra Pavisgì e la Rambla di Barcellona, quando, seguendo con lo sguardo il moto ipnotico di un piccione che scassava la testina nel modo in cui solo loro sanno fare, vidi una moneta da un soldo per terra e tosto l'afferrai, la esaminai e dopo aver decretato che non v'era nome alcuno inciso sopra, avidamente me la intascai (apro una parentesi di discorso diretto col lettore, e uso il singolare perchè penso sia solo uno, per dirgli che ogni tanto penso di essere davvero un genio). A quel punto mi restava solo una cosa da fare: mi recai subito subito al bar più vicino e, per aiutarmi a pensare, ordinai istantaneamente un semplicissimo cappuccino d'orzo decaffeinato corto ristretto doppio chiarissimo special con tanta schiuma macchiato in mezzo senza latte con panna non zuccherata mezza montata tiepida su cialda di crema catalana doppia alla fragola servito in un bignè alle olive con zucchero di canna raffinato dietetico e mi sediqui con allegrezza ad un tavolinetto esterno, per poter fumare placidamente la mia immancabile pipa a bolle di sapone (un pregiatissimo pezzo donatomi personalmente dal Bavone Decagavse dalla sua collezione personale). E proprio lì, seduto in mezzo a raffinate copie dell'alta società Franco-Altatesina, inebriato dall'aroma del caffè e con la testa immersa in un miliardo di bolle di sapone, rimasi fulminato da un' idea così folle da sembrare folle: sarei divenuto floricoltore! Il perchè? Non lo sapevo allora come non lo so adesso ma me ne sono sempre sbattuto alla grande. Le cose andarono più o meno così: uscendo dal bar trovai un altro soldino a terra, lo presi e me lo intascai, ma invece di spenderlo per un qualsiasi caffè ristretto doppio lungo gocciato shakerato all'amaretto e panna fresca intera non pastorizzata montata a neve mezzana al cacao amaro in polvere fina mischiata col burro di margarina, lo feci fruttare e comprai una serra di 40mila ettari, delle lampade preposte alla coltivazione diretta e un fattore con cappello di paglia e una spiga di grano in bocca per fare il lavoro. Anche un piccolo trattore a dir il vero. Piantai pomodori a go-go, li vendetti ad un ottimo prezzo al kg. ad un miliardario russo che voleva far salsa per l'inverno e divenni miliardario russo a mia volta. Purtroppo fui così allocco da farmi pagare tutta la cospicua cifra con un'unica moneta ipercompressa del valore di mille miliardi di dollari russi circa, che perdetti poco dopo passeggiando per strada. Fu così che tornai poverello e bighellonatore ma felice. Da allora ho trovato molti altri soldini per terra, ma non quella moneta; peccato. 

Avvertenze disarmanti

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venerdì 19 luglio 2013

È una festa esclusiva (sottotitolo: lei qui non ci entra se non è in pigiama e cravatta) quarta ed ultima parte

Le prime tre parti qui, quo e stanlioeolio

Cap. IV - L'ineluttabile epigolo
Geico Tutrut era appena entrando nell' sgabuzzino quando una tonata in testa ci fece perdere i sensi, ci fece. Risvegliossi all'ombra dell'ultimo dei 3 soli, dove si erano assopiti dei pescatori, che egli prontamente non mancò di svegliare per chiedere delucidazioni. Il pescatore n.1 disse: - guarda la in fondo Geico - indicando col ditino all'orizzonte - vedi quel brillio lontano, come affocato a mare? Quella è new gabroviza che brucia con tutti i suoi inenarrabili secoli di peccati e sofferenze causate. - Il pescatore n.2 disse: Geico, tu sei stato salvato da noi, la lega degli straordinari pescatori che si assopiscono al'ombra dell'ultimo sole, lega nata per proteggere l'umanità dai cyber-criminali come Ladycacca. Se ti stai domandando il perchè è semplice: tu sei tonto come un ehm.. il tuo cuore è puro come quello di un bambino, mentre il resto della metropoli era ormai marcia e corrotta fino al midollo.- Il pescatore n.3 disse: a parte il fatto che io ho una cicatrice lungo il viso come una specie di sorriso, non penso di aver altro da aggiungere in questa storia, soprattutto visto che io non faccio parte della lega ma stavo solo sonnecchiando per i cazzi miei.
Geico rimase attonito a bocca aperta per qui 40-45 minuti, poi destossi dal torpore e disse: Sarà come dite voi, miei cari, ma secondo me adesso avremo una nuova Silent Hill; E so' cazzi! Tze tze.

Diend

Perchè il cinismo è un'arte... (sottotitolo: non è che ti ci puoi improvvisare!)

Ben conscio della mia altezza (193 cm) e quindi della mia naturale cattiveria mi voglio oggi permettere di elargire un po' di stoccate ciniche e derisorie su argomenti sparsi in ordine casuale. Sperando che vogliate seguirmi in questo iter quasi culturale (visto ciò che viene definito cultura oggi - ecco già spuntare la prima frecciata, ah ah, sono forse un genio?! -) vi farò strada con rutilante brio e verve (o verme) tra le insidiose spigolosità del mondo moderno.

Ieri sono andato a vedere una mostra d'arte contemporanea in una galleria su tre piani; c'era addirittura un quadro che l'autore ci deve aver impiegato più di dieci minuti per farlo. (risate con garbo)

Ho un vago ricordo di aver sentito una volta in TV qualcosa che sembrava avere quasi un senso logico. (applausi brevi e risata composta da due "ah")

Sicuramente chi tiene le redini del potere lo fa per il bene reale della collettività (risate sguaiate tenendosi la pancia e lacrimando copiosamente; oppure pianti a dirotto per la tragicommedia della realtà).

La saga di Twilight non è proprio strepitosa ma almeno è molto accattivante nel suo modo di reinterpretare il mito del vampiro: perchè quest'ultimo dovrebbe rifuggire la luce del sole quando essa non gli fa nulla se non renderlo sbrillucicoso?! (risate perplesse per gli amanti della saga; tristezza profonda per gli amanti del vampiro più o meno classico)

Ollivud fa film meravigliosi dove gli effetti speciali non sono assolutamente al centro dell'attenzione, anzi si potrebbero definire marginali; ciò che conta è l'aspetto psicologico dei vari personaggi e la loro relazione con gli altri. (risate senza contegno; chi ama il cinema Ollivudiano può tranquillamente odiarmi)

C'è davvero della bella musica in giro, oggi. (chi ama la musica lo sa; sorriso a denti stretti)

PER STAVOLTA HO FINITO! Contenti? Nooo? E allora andate a leggervi un post di Beppe Grillo và, che ve lo meritate!

P.s.
C.C.F.T. (a buon intenditor...)

lunedì 15 luglio 2013

Conosci il concetto di Flatbush? (sottotitolo: ma vaffanculo!)

Avvertenze: codesto scritto crea forte dipendenza.

- Conosci il concetto di Flatbush?-
- Ma vaffanculo!-
Questo dialogo sentii ieri, mentre me ne stavo a passeggiare amenamente per la Rue du Cassel a Venezia. Stetti per intervenire nella discussione, che trattava di argomenti a me sì cari da non permettermi di esimermi dal ficcarci il  becco, quando la mia attenzione fu attirata da un sozzo individuo che se ne stava qualche metro più in la, all'imbocco della Calle dei Re, appoggiato con una mano al muro e col busto piegato in avanti, intento nell'atto di svomitazzare senza remore quello che sembrava essere un ettolitro di vino ingollato, presumibilmente, da poco. Pensando si trattasse nientemeno che di Terrano d.o.c., timidamente mi avvicinai al figuro e gli chiesi con garbo conferma alla mia supposizione, alla quale non mancò prontamente egli di rispondere con un altro getto di svomitazzo, che riuscii a schivare per pochi millimetri e che, sorte volle, andò ad imbrattare il vestitino da circa 30.000 euri a occhio di una signorina della società bene parigina di fine '800 che casualmente si trovava a passare per di la in quel preciso istante. Al che mi sentii in obbligo di offrire un caffè al povero Estragonne Primamaniera (questo il nome per esteso del bizzarro personaggio vomitante) per agevolare il suo rientro alla sobrietà (non tento di nascondere al lettore che forte era il mio egoismo in ciò, in quanto volevo avidamente sentirlo favellare riguardo la sua storia dagli esordi, e quindi dovevo assicurarmi che quantomeno egli finisse di svomitazzare allegramente ogni due passi).
Fu così che ci sedemmo ad un tavolino all'esterno del celebre "Cafè Delapè", sito tra la "Rue Dominique" e la "Rue Nique nique", pressapoco ove quest' ultima con solerzia si immette nel vigoroso fiume Timavo, e dove ordnai un semplicissimo caffè nero d'orzo ristretto doppio medio macchiato tiepido in bicchiere con zucchero dietetico di strutto, pochissima panna minerale e una spolveratina di pistacchio aromatizzato alla mortadella per me e un amaro Mario per il mio nuovo amico, pensando che questo formidabile intruglio l'avrebbe aiutato a digerire rimettendolo in piena forma. Effettivmente la cosa funzionò e, dopo un'ultima copiosa e ad ampio raggio super-mega-iper vomitata sul cameriere, Estragonne tornò perfettamente in sè.
- Orsù, dite, chi siete e che ci faccio qui seduto con voi?- mi chiese egli con solerzia con quella luce da sobrio negli occhi che gli era appena tornata.
- Il mio vero nome nessuno sa (forse maestro Joda?)  ma in molti modi mi chiamano le genti; tra i più frequenti scegliete quel che più v'aggrada tra "Lord Bidet" e "Duca della cartegenica", per rispondere alla prima domanda. In quanto alla seconda dovete sapere che vi trovai vomitante presso quel cantuccio - e indicai col ditino  la calle poco più in la dove l'avevo effettivamente avvistato qualche minuto prima e che si sarebbe vista perfettamente da dove stavamo, non fosse stato per l'edificio di 48 piani proprio li in mezzo - ed ho ben pensato di redimervi dall' alcolico stordimento e di chiedervi di narrarmi la vostra sicuramente affascinante storia.-
- Dunque è così?-
- Invero -
- Allora con piacere narrerò -
- Narrate dunque -
- Con viva e vibrante soddisfazione - E così dicendo fece gesto al cameriere ancora imbrattato di servire al tavolo un altro giro identico al precedente, e dopo qualche secondo di pausa iniziò il suo racconto.
- Naqui, crebbi e arrivai a17 anni; età  in cui conobbi colui che divenne il mio mentore e mi trsformò in vampiro - Avevo appena udite queste parole quando il mio interlocutore si interruppe perchè era tornato il cameriere il quale aveva con vigore deposto il secondo giro di bibitame sul tavolino, lasciando come di consueto in quegli ambienti di quella Londra così in vista, tutto il vassoio.Estragonne ebbe come un fulmineo brillio negli occhi appena vide il bicchierino di amaro Mario davanti a se, e prima di poter dire "valvola di sovrappressione della muta stagna in neoprene ad alta viscosità" se l'era di già scolato tutto d'un fiato. Io, guardandolo fissamente con non poca curiosità, mi accingevo a sorseggiare il mio secondo semplicissimo caffè nero d'orzo ristretto doppio medio macchiato tiepido in bicchiere con zucchero dietetico di strutto, pochissima panna minerale e una spolveratina di pistacchio aromatizzato alla mortadella quando vidi Estragonne strabuzzare gli occhi e crollare improvvisamente, non dopo aver copiosamante vomitato a spruzzo, con la faccia nel piatto di "minestra pariglia" del nostro vicino di tavolo, un pingue omuncolo magro come un chiodo vestito da Metr' Sciocolatiè  Lindt. Non vera dubbio: il povero Estragonne era morto stecchito. Per rispetto del defunto gli sfrugai nelle tasche per capire chi fosse realmente e donde venisse ma con mia grande sorpresa non trovai nulla addosso a quell'uomo, se non un buffo bliglietto di carta cotone che recava la seguente scritta in color magenta-fuxia:
Non date mai a quest'uomo da bere due amari Mario di fila; esso ne morirebbe.

sabato 13 luglio 2013

È una festa esclusiva (sottotitolo: lei qui non ci entra se non è in pigiama e cravatta) terza parte

 La prima parte qui; la seconda ciop
Cap. III - L'attacco dei cloni insulsi.
-Voglia scusando le maniere poco ortodosse mr. Tutrut, ma non c'è tempo; inizierà a breve!- disse l'omone subito dopo aver chiuso la porticina che immetteva nel piccolo privè di vetro acustico (per farla breve, chi stava fuori vedeva e sentiva tutto quello che succedeva lì, come fosse stato nello stesso ambiente) alle loro spalle.- Che cosa inizierà?! - chiese spaventato Geico -e chi è lei? Perchè ho ricevuto l'invito a questa festa? Cosa sta succeden...- Non ebbe il tempo di finire la frase che una devastante esplosione aveva aperto una breccia nella mura della fortezza di cristallo della regina. Era iniziato l'attacco dei cloni insulsi; la fortezza era nel caos più totale, dalla breccia sciamavano i caccia ala "e alla x" sparanti orridi raggi laser, gli ospiti stavano decedendo a frotte, chi per i colpi delle navette, chi per le scansie di libri che gli erano cadute sulla capa, chi di noia. Anche l'interlocutore di Geico era stato schiacciando da qualcosa (era il peso del rimorso per una brutta azione di molti anni prima) ed era soccombuto. Geico uscì dalla porticina di vetro, dopo averci sbattuto contro e la scena che vide fuori era (ovviamente) identica a quella che aveva già visto da dentro la stanza. Tutto sembrava perduto; qualcuno stava minacciando concretamente, per la prima volta nell'ultima settimana, il dominio incontrastato di Ladycacca; un epoca stava per finire, ma chi era che osava osare tanto?. Mentre Geico era perdendo in queste eculubrazioni i cloni erano tutti atterrati ed erano passati all'attacco a piedi con spada-dentifricio-laser: sembravano indemoniati, uccidevano chiunque trovassero sul loro cammino, tanto che l'intera guarnigione di palazzo coposta da due soldati scelti non esiteva più... morti!
Al improvviso una voce dal nulla -Geico, vai in quello sgabuzzino dietro di te, presto!- e così Geico fece; entrò in quell'sgabuzzino, richiuse la porta dietro di sè e subito subito perdendo i sensi e svenendo senza remore alcuna.

 ...continua....

Un post disservizio inutilmente scusante

Moltissimi di voi (non) avranno notato la temporanea latitanza dalla tastiera di quel personaggio scritto sotto (o per meglio dire del sottoscritto). Beh, la verità dico, la verità è che..........dovevo portare fuori il mio cane invisibile........dovevo finire i compiti delle vacanze della seconda elementare che non avevo mai completato.......mi sono scordato di regolare la sveglia sull'ora legale, quindi era illegale e non poteva compiere la propria funzione di svegliarmi........ho dato una mano ad un vecchio amico hobbit a portare un anello da un punto "A Contea" ad un punto "B Monte Fato"............ ho fatto il tecnico del suono per il recente concerto di Jimmorrison...........ero in vacanza a Paperopoli................non c'avevo cazzi..............ho aiutato vecchietta ad attraversare strada su striscie pedonali (purtroppo l'esito dell'operazione non è stato positivo, ma c'abbiamo almeno provato)..............ho dovuto allestire in velocità un campo scout per un raduno mondiale di Giovani Marmitte...........ero a sciare a Porto Cervo.............avevo un brainstorming con Ajeje per il futuro della multinazionale immaginaria di cui siamo amministratori delegandi.........Na na na na na na na na! (sulle note di un pezzo dei Cure di cui non so il nome, ma voi capirete)...........ero impegnato con l'inaugurazione di un mio nuovo ristorante di cucina nord europea dal nome "O'sapore del Vesuvio"............ho avuto un dibatto abbastanza coinvolgente con tale Vincenzo Cuthullhu che mi voleva portare in vacanza a Riliè............. ho fondato una ditta di elettronica diretta concorrente della Eppol e della Maicrosoft (ma ho ancora probelmi coni la Siae per la musica dal vivo)..............ho dovesto lavorando ad un progetto tecnologico atto a costruire un macchinario grande come un campo da Baseball la cui funzione è fare il caffè una tazzina per volta (la genialità di tutto ciò ovviamente, è che da una parte del macchinario c'è scimmia che caga).............mi ero dimenticato che tengo un blog.
E rimember, miei cari: nella vita è sempre meglio saje che non saje, voce del verbo sajeje.

martedì 9 luglio 2013

Anche se non ho un cazzo da dire...

Anche se non ho un cazzo da dire (e già qua rubo spazio ricopiando il titolo, come nei temini si scuola...) lo dico lo stesso. Perchè è bello dirlo; è bello condividere con voialtri (sarà giusto tutto attaccato, mah? Non ho voglia di cercare su goggol adesso) questi momenti di estremo...chiamiamolo vuoto cosmico intellettivo, và, che mi permettono di creare (anche all'utilizzo sconsiderato di questa parola si dovrebbero mettere i puntini sulle "a" però) un qualcosa fatto di nulla mischiato col nient'altro e lanciarlo nella grande bocca sempre affamata che è la rete (o mamma chioccia che nutre i suoi pulcini). No dico, avete presente quei sordidi blog che si spacciano per portatori di sacre verità puntando il ditino accusatorio su qualsiasi cosa gli si pari davanti? E avete presente quegli altri blog che hanno velleità di essere sedi di cultura e alta informazione quando in realtà sono vuoti contenitori di letame bellamente infiocchettato e sprofumazzato? E avete presente quegli altri blog ancora, che si credono spiritosi e simpatici ma che in realtà non sono nient'altro che un coacervo di minchiate senza capo nè coda, e pure scontate? Eh?! GLI AVETE BEN PRESENTI TUTTI QUESTI BLOG?!? No niente, era così per prendere ancora un po' di spazio per riempire il post...però vorrei sottolineare come fior fiore di persone abbiano riempito libri, giornali, trasmissioni di niente, di nulla e di vuoto e come diverse eminenze abbiano costruito la loro egregia posizione sul beneamato nulla. No, quindi dico, posso farlo anch'io in un post ogni tanto, per riempire il bianco col nero, no?E poi ci sarebbe un mucchio ancora di cose moderatamente insignificanti per riempire spazio che però, siccome uno ha detto che nella vita non ci sono solo le cose belle, allora mi ritiro per deliberare e capra! CAPRA! CAPRA!!  CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA! CAPRA!
CAPRAAAAAAA!!!!!!!!
Diccccccaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Capra! 

lunedì 8 luglio 2013

3 (dieci) consigli diversamente utili per cavarsela ogni tanto

E dopo la supermegaiper ospitata di qualche tempo fa del noto Ajeje, personaggio bizzarramente poliedrico (o poliedricamente bizzarro, fate vobis) che ha fatto schizzare alle stelle le incursioni  su questo blog, oggi un'altra super ospitata degna di interessando tutti; se l'altra volta era Ajeje, chi sarà il protagonista della comparsata di quest'oggi? Vi starete chiedendo; sarà un'altro personaggio similmente geniale? No, è sempre Ajeje. A lui la  parole.
 
Ajeje e le dritte sulla SOCIALITA' e AFFINI.
Le 10 regole d'oro.

1) NON GALLEGGIARE (come sappiamo tutti galleggiano lo dice IT! ma IT e' cattivo) bisogna andare a fondo e trovare la NOCE del discorso.

2) SE TI SALUTANO CON UN CIAO RISPONDI "OOOOOOO" (Povia ha ragione bisogna tornare bambini e lavarsi i denti dopo le caramelle. Il ciao e' un distacco formale un po' come il "COME STAI?" che implica una risposta positiva o negativa in entrambi i casi rispondete I: CIAOO R: "OOOOOOOO" I: Come va? R: BENE/MALE E TU??? I: (indipendentemente dalla risposta) R: MA NE SEI DAVVERO CERTO?") vedrete che non vi saluteranno piu' finalmente.

3) SE INCONTRI BABBO NATALE IN AUTOGRILL  DAGLI UN "5" (cosi' lo aiuterai a vincere al Lotto per comprare materie prime ed utensili per i regali che fabbrica)

4) C'E' TRIPPA PER GATTI! (Cancellatevi dalla testa il contrario ai gatti piace la trippa bollita con un po' di miele naturale spalmato sopra.) Provare per credere.

5) LA PILLOLA ANTICONCEZIONALE VA DATA AI  MASCHI. (Non credo abbia bisogno di ulteriori spiegazioni e' perfettamente in linea con il pensiero dell'attuale mondo politico).

6) NEL DUBBIO QUANDO TI PONGONO UNA DOMANDA QUALSIASI E NON CONOSCI LA RISPOSTA ESCLAMA: "CAPRA!" (l'interlocutore se la prendera' talmente tanto carico della sua autostimolaz....stima che si scordera' cosa vi ha appena chiesto) gran dritta di vita sociale vale anche nello studio.

7) REGOLA DELLA BUONA EDUCAZIONE. Ai matrimoni al momento di ordinare un caffe' per la tavolata ordinatene uno in piu'. Quando vi chiederanno per CHI e' quel caffe' rispondete per SERGIO (non provate a cambiare nome) non vi chiederanno altro. Dopo tre mesi (non prima)potrete rivelare l'arcano ai vostri amici/parenti/conoscenti dicendo: "Ma ve lo ricordate SERGIO?" "Ma si quello del caffe' al matrimonio!" (Osservare le espressioni facciali dei vostri interlocutori) AMICI INVISIBILI RINGRAZIANO.

8) AUTOSTIMA. LA PAROLA D'ORDINE E' SEMPRE STATA "IO SONO OK, TU SEI OK, CE LA FACCIAMO" ma ha fallito clamorosamente. La soluzione attuale e' "IO SONO OK, TU SEI GAY" (I WIN YOU LOSE) son dritte mondane da tenere a mente per sopravvivere nella giungla di cemento.

9) NON RAGIONATE PER LUOGHI COMUNI MA PER ANTRI DI NICCHIA (si lo so l'ho gia' scritta ma e' bene tenerla sempre a mente) Zio Tibia ad esempio conosceva questa massima era troppo inesplicabile.

10) IN CASO DI STRESS PROVATE A SALTELLARE NUDI IN GIRO PER CASA. E' UN INSEGNAMENTO DI "CONFUSO" NON PUO' SBAGLIARE. CHI ABITA CON VOI FARA' LO STESSO PERCHE' E' CONTAGIOSO. STAY HAPPY!

 E ricordate: Socializzando!

Come un frenetico babbeo

- Presto presto, devo andare, è tardi. - disse l'uomo basso vestito da bianconiglio mentre spintonava i passanti lungo il marciapiedi della 54esima avenue.
- E dove cazzo devi andare così di corsa, stronzone?!- tuonò un uomo enorme vestito da Babbo Natale (era il 24 agosto) dopo essere stato spintonato da Neit (questo il nome della persona dentro il costume).
- E che cazzo ne so io?! So solo che devo andare; levati dai coglioni che mi intralci il passaggio! -
- Come, prego?! Puoi ripetere?! disse l'omone che adesso aveva assunto una posizione a braccia conserte e gambe divaricate che gli permetteva di bloccare l'intera larghezza del marciapiedi.-
Intanto si stava formando un ameno ingorgo pedonale, visto che il passaggio era bloccato in entrambi i sensi di marcia ed era l'ora di punta delle passeggiatine rilassanti dei Niuiorchesi d.o.c.
- Ho detto: LEVATI DAL CAZZO, PANZONE! -
- Ah ecco, mi pareva di aver ben sentito. -
E con la sola imposizione di un enorme pugno chiuso calante dall'alto il bianconiglio più non fu.

La morale di questa storia è: non rispondete male ad un omone vestito da Babbo Natale in piena estate quando vi sbarra il passaggio a braccia conserte dopo che l'avete spintonato senza riguardo perchè avevate fretta.
N.B. Comunque Neit avrebbe fatto meglio a cambiare marciapiedi e andare avanti, invece che impuntarsi per passare da quello. Almeno così penso io.

domenica 7 luglio 2013

Testa di cammello

- Signori, siamo qui riuniti per discutere della testa di cammello.- disse perentoriamente il colonnello Hannibal Smith, mentre, facendo il giro del tavolo con lo sguardo, fissava a turno i propri penetranti occhi da "piano ben riuscito" in quelli dei suoi interlocutori.
- Per tutti i Sargassi, che mi prenda un colpo se quella non è una testa di cammello! - esclamò il vecchio lupo di mare, il Capitan Bastoncin Findus, togliendosi il cappello per darsi una grattatina alla folta zazzera canuta, come a voler incoraggiare il suo cervello a fornirgli una spiegazione per quello che stava succedendo.
- Ma se l'ha appena detto che è una testa di cammello; che, sei sordo?!- esclamò contrariato Top dollar, il creatore delle cartoline ricordo della notte del diavolo, all'indirizzo del capitano.
- No, non ho avvistato un tordo! Ma che domanda insensata! - rispose "il barba" ricalcandosi il cappello sulla testa.
- Insomma, basta divagare signori! Comportatevi dai professionisti che siete! Vi prego di concentrarvi sulla testa di cammello! - Era il comandante O'Hara, divenuto da qualche anno capo della polizia di Ghotam City, in seguito alla misteriosa scomparsa del commissario Gordon dopo una gita a Silent Hill.
- Testa di cammello! Testa di cammello! hiiiiiiiiii DiCaprio DiCaprio hiiiiiii - intervenne con sguardo strabico e obliquo, segno di pesanti squilibri da notorietà mal gestita, Jimmy il fenomeno, solido rimasuglio dell'epopea trash-cult di una mai dimenticata italia filmica anni '70.
- Non è la mia mano ma il peso della stessa lama che inferisce il taglio; osservate inoltre il perfetto bilanciamento del baricentro, merito della sfera di controllo "Acugrip". Vedrete con che facilità andrò ora a tagliare questa testa di cammello - intervenne fervidamente Chef Tony, snudando con prontezza uno dei coltelli "Miracol bleid III serie perfetta" e facendo per avvicinarsi alla testa, evidentemente con l'intento di far seguire i fatti alle parole.
- Fermo! Pazzo maniaco tagliatore di ananassi al volo; Tornatene a tagliare lattine e scarponi, va! Questa è una testa di cammello, per l'amor del cielo! Vi ho mai fatto assaggiare i miei bastoncini di merluzzo congelati? Ci sono anche in scatole da 12 pezzi, corpo di mille filetti di balena! Potrei produrre anche dei filetti di testa di cammello congelati, a ben pensarci... -
- Ma stai zitto, vecchio psicopatico surgelante! Qui c'è solo una cosa da fare: appicare un incendio così grande che questa notte verrà ricordata per sempre! -
- Per cortesia! Vi devo ricordare che sono il capo della polizia? Moderate i toni! -
- E io che c'entro?! Pensavo fossimo qui per la testa di cammello. - biascicò Tony Merlot che era svenuto prima dell'assemblea perchè si era scolato un bottihglion nell'attesa.
Testa di cammello! Testa di cammello! hiiiiiiiiii DiCaprio DiCaprio hiiiiiii -
- Zitto tu! via ad urlare da qualche altra parte. Ma chi l'ha chiamato questo? Comunque resta una sola cosa da fare... - disse O' Hara fissando il telefono rosso semitrasparente posto su un tavolinetto alla sua destra.
- ORA BASTA! So io cosa ne faremo di questa testa di cammello! - La voce perentoria proveniva dal cammello senza testa seduto tra i convitati.

È una festa esclusiva (sottotitolo: lei qui non ci entra se non è in pigiama e cravatta) seconda parte

 la prima parte quo.
Cap. II - Complimenti per la festa una festa del cazzo.
 I  Tecno Marlenekuntz capitanati dall' Orwelliano cavallo chiamato Cristiano Gondrano si stavano esibendo sul palco con propulsione verticale sospeso a 500 mt. d'altezza non uditi da nessuno quando Geico fece il suo ingresso nell'enorme palazzo di vetro marmorizzato della Regina Ladycacca, l'organizzatrice delle feste più sfarzose dell' galassia intera. Ladycacca avendo 24 anni da 300 anni circa; il suo corpo era divenuto, dopo molte delicate operazioni, completamente cybernetico, mentre il problema del mantenimento del cervello, elemento da sempre spinosissimo per gli scienziati nano-tecno-cyber-robo-settenani, era stato risolto lasciando al proprio posto quello originale, che non c'era mai stato.
Geico si era subito buttando a pesce sull bancone dei shocktails spaziali, perchè sapeva che con un bicchiere in mano la gente ti guarda meno da coglione, anche se ti senti comopletamente fuori luogo come lui in quel momento. Iniziò così a guardarsi intorno sorseggiando un Banarama split liquidoso; l'immenso salone era tutto tempestato di people, tutta gente straricca, uomini impettiti e seriosi e donne bellissime e impossibili (per lui) di un età indefinita tra i 20 e i 573 anni. Mentre, vedendo tutto quello sfarzo e quella ricchezza  si stava interrogando sul perchè fosse stato invitato anche lui, Geico sentì un leggero tocco sulla spalla e girandosi di scatto si trovò davanti un uomo con la barba sfatta più alto di lui di una testa abbondante, che gli disse  «Mr. Tutrut, la prego di seguirmi » e poi si incamminò all'indirizzo di una porticina laterale trasparente che Geico fino a quel momento non era riuscito a notando.

 ...continua....

venerdì 5 luglio 2013

È una festa esclusiva (sottotitolo: lei qui non ci entra se non è in pigiama e cravatta) prima parte

Questo temutissimo blog inaugura oggi la sezione dei romanzi d'appendicite. Oggi in omaggio la prima parte del primo scrigrgr di queta specie, o genere che dir si voglia. Ogni tanto ne verrà postata un'altra parte, rigorosamente a cazzo di cane.

Prefazione:
Ed ecco qui, a glande richiesta, un altro romanzo benn scritto, appositamente per voi che mi amate a tal punto da tentare di darmi fuoco all'auto un giorno sì e l'altro anche. Ma non mi voglio dilungare e lascio la parola per una breve introduzione letterata ad un personaggio che non ha bisogno di presentazioni:
Vediamo chiaramente in questo grottesco romanzo, ancor più che in altre sue opere, come l'autore sia un perfetto illetterato ignorante e come l'editore sia senza ombra di dubbio un pazzo scatenato a piede libero, ancora in circolazione solo in virtù di un qualche errore giudiziario. Questa volta il pretesto è la fantaaaaaaaaa gu gu gra gra gra (era un individuo troppo serioso, quindi la sua psiche non ha retto a contatto con tutto ciò e l'abbiamo perso N.D.A. scienza.

Cap. I - La metallica metropoli
Geico era stando invitato alla festa più esclusiva di tutta la società bene di New Gabroviza, la grande ellisse, il paradosso del dislivello economico, la cyber-metropoli dove tutto era possibile, centro nevralgico delle maggiori multinazionali planetarie. Era qui, nella periferia, che erano stando erette le enormi tecno-tendopoli dove tutti gli scienziati del mondo lavorando senza sosta a nuovi super-mega-iper gadget per far progredire sempre più velocemente il pianeta; era qui che qualche secolo prima erano stando eretti i primissimi palazzi Endo-poleis, strutture condominiali a se stanti perfettamente autonome in tutto, dove la gente nasceva e moriva senza mettere mai il becco fuori dal portone d'ingresso e dove c'era anche il portiere di notte; era qui che la gente veniva da tutta la galassia quando cercava trapianti o innesti cybernetici di tutti i tipi, dai sinte-occhi agli apparati potenziatori metallico-unicellulari emmepitre e aifoncinque. Ed era qui che viveva, nei quartieri sospesi, la creme della creme dei ricchissimi ominidi spaziali e che si tenevano le feste più schifosamente sfarzosissime del sistema solare. La cosa più sorprendente in tutto questo era che Geico Tutrut non era che uno squattrinato metalpizzaiolo tessile itinerante e quell'invito alla festa era cosa davvero assai stranerrima; ed era anche abbastanza strano che New Gabroviza avesse una superficie di circa 1 km quadrato, interland e osterie per l'ultimo bicchiere compresi.

 ...continua....

mercoledì 3 luglio 2013

Questa ve la devo dire...

Ho testè riletto uno dei vecchi post e ho riso da solo come uno stronzo con le lacrime, per una roba che ho scritto io e che non mi ricordavo più. Ergo, o sono un genio o sono un cretino completo la seconda che hai detto.

Un'altra cacata tra una cacata e l'altra, così per ridere un po'...

Stretta è la foglia larga è la fia via; voi dicente la vostra che il mio dirimpettaio lavorativamente obliquo dique la sua. Siccome era un individuo abbastanza palestrante ebbi paura di contraddirlo e mi ritrovai per una selva abbastanza poco illuminata ad ascoltare in repeat per due volte di fila la canzone di Pupo ed Emanuele Filiberto (c'era anche quell'altro che penso si debba essere rovinato la carriera). Ne uscì talmente devastato nella psiche che mi feci assumere come stiratore di colletti bianchi inamidandi e adesso son qui che in attesa di staccare un cospiquo assegno per il ballo della polizia di New York e di comprare un Ferrari Custom, faccio il nuovo associato in un grosso studio avvocatarile nella grande mela dai? Vado che ho un caso di triplo omicidio (sempre della stessa persona) da risolvere, anche se per fortuna in questa faccenda nessuno è rimasto coinvolto in maniera troppo seria.

...ho fatto 10 grammi in più; che faccio lascio? No? Va bene, glieli levo...

martedì 2 luglio 2013

L' angolino di Ajeje (rubrica telefonica); pro memoria ultimi contatti e trick

Intro-duzione dotta (a cura di me medesimo)
Doveva succeduto succedaneo succinto succedendo accadere; come ogni buon blogsfs degno di codesto rispettabile appellativo, siamo diventati finalmente internazionali e perciò possiamo orgogliosamente iniziare le favolose ospitate stile Letterman (che non so chi sia ma è una vita che lo sento nominare a casaccio alle feste vips che frequento e mimare durante i giochi all'aria aperta) che faranno di questo spazio un punto di riferimento per tutti i nostalgici di "non è la rai", di Wwwanna Marchi e dei film belli di Samraimi (che per mio gusto sono tre, e non mi riferisco agli spidermans). Lasciamo ora spazio alla rubrica telefonica di Ajeje, anche perchè dovrò difendermi da uno Sgarbi zombie che si sta minacciosamente dirigendo in questa direzione(Caprbrainsssss)...

199-99.91 un giorno come un'altro ma non certo per qualcuno...(Carro atrezzi Zulu')

Hai fatto tu l' 199? (emergenze alberghiere)

44 gatti in fila per 3 con il resto di 2? (volontariato al gattile)

6 mi dici amowe noi 2 15 volLiamo bene 6 proprio 1 bravo ragazzo...xoxo, faccine (:-)))) e cose sparse. (ciulamica)

113-114-115 (capodanno/petardi)

166-551-551 (cella di Vanna Marchi)

(787) 759-1587 (avvistamento U.F.O - Fox Mulder - ore serali)

666 (prefissato dallo 666.666) Commerciante di pentole senza coperchi.

7 Samara (comporre il numero davanti alla TV possibilmente catodica. NB: Problemi di dieta NO LCD)

349-998678 (scherzo del campanello fatto al telefono - Solo per i piu' pigri che non hanno voglia di correre)

5-15-25-66-9 (numeri da giocare al lotto per 9 settimane il cell serve anche a questo)

# il tasto cancelletto si fa premendo ctrl+canc! E ti sfido a seguirlo il tasto cancelletto! (donna delle ricariche)

35 gli anni di Cristo +2 stampato! (esercizio mnemonico d'avanguardia)

051-6497600 viaggiare informati meteo (utile se si teme un brain storming dell'ultimo minuto)

954-116-116 Telefono amico (rimborsa la chiamata)

889-00-889 Telefono Rosa (che poi e' un rosso annacquato io SA'!)

890-006-656 Bruce Dick-in-son (contatto da cancellare perche' indagato per pedofilia)

E ricordate: Telefonando!

lunedì 1 luglio 2013

Un piccolo delirio semi auto-riciclato

Sono qui riunito oggi per scrivere riguardo ad un piccolo aneddoto di cui non sono stato testimone un po' di tanto tempo fa (a proposito, qualcuno sa dirmi che tempo fa?);
Il sign. Antonomasio decise di combattere lo stress, ma fu così ingenuo e sprovveduto che lo stress gli piantò una pallottola in fronte sparando girato di schiena mentre leggeva il giornale seduto in poltrona. Infatti Antonomasio non aveva pensato che con tutte le persone che tentano di combattere lo stress ogni giorno, lo stress deve per forza di cose essere super allenato, super forte e con i riflessi super pronti, sennò ci avrebbe lasciato le penne già da mo'.