martedì 28 maggio 2013

Realtà (forse) travisate

Ogni giorno la maggior parte delle persone si sveglia felice e contenta dopo una notte di sonno riposante, guarda con amore il proprio partner e inizia una nuova giornata all'insegna dell'entusiasmo con una bella colazione preparata con calma e goduta fino in fondo.
Per strada è difficile trovare qualcuno che si possa dir arrabbiato, nervoso, infastidito, o che abbia qualcosa di cui lamentarsi (tempo atmosferico, tempo di orologio, tasse, soldi, lavoro, sport, donne/uomini, figli, animali, veicoli, politici, personaggi di spettacolo, amici, conoscenti, parenti ecc...); al bar, all'edicola, alla fermata dell'autobus sono tutti pacifici, rilassati e sereni. Persino negli uffici dove si fa la fila, tipo in posta o al comune, l'atmosfera è sempre distesa, tant'è che a volte è un vero peccato che arrivi in fretta il proprio turno e si debba poi lasciare quegli edifici così rilassanti.
Se un automobilista eccede inavvertitamente di poco oltre l'incrocio a cui deve dar precedenza, è quasi impossibile assistere per questo ad un battibecco o ad una rissa col crick; è molto più facile vedere gli estranei protagonisti della vicenda sorridere e darsi amichevolmente pacche sulle spalle come buoni amici di vecchia data.
I posti di lavoro poi, sono vere e proprie oasi di pace, dove il vero padrone altri non è che la meritocrazia e dove ognuno può svolgere la propria mansione al meglio, aiutandosi a vicenda con i colleghi e senza temer l'ira dei capi, che son quasi sempre persone giuste e sagge con le barbe bianche e non s'arrabbiano mai se non per insegnar qualcosa di veramente utile.
Al giorno d'oggi poi, i programmi tv sono di altissimo livello e si può dir che il mero intrattenimento è sempre meno sfruttato dai media, che preferiscon lasciare il posto a cultura e spettacolo di alta qualità, dove gli operatori del settore sono sempre e solo dei veri professionisti...

AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH AH


L'editore rise convulsamente per mezz'ora con il mal di pancia e le lacrime agli occhi, prima di dar fuoco al manoscritto, presentato dal povero Fredraic O' Aigor come romanzo di fantascienza, e di gettarlo dalla finestra, incendiando e facendo esplodere per sbaglio l'auto del commercialista Bianchi.

lunedì 27 maggio 2013

Del perchè non convenga seguire sempre il senso letterale delle parole (ovvero un altro post degno di Umberto Eco)

- John e Jack avevano inseguito Pingu the Ripper fin dentro un magazzino abbandonato giù al porto. Erano accucciati dietro una pila di casse, in attesa di capire dove si fosse andato a cacciare il crudele assassino; doveva essere lì vicino da qualche parte. "allungami la pistola" sussurrò John in un bisbiglio, per non farsi sentire da Pingu. Jack, che oltre ad essere un detective della omicidi del PPD (Ponziana police department) era anche un esperto di carpenteria leggera e lavorazioni ferro e inox, iniziò ad armeggiare con pinze, cacciavite e flex sulla calibro 38 di John per renderne la canna più lunga. Fece un rumore così forte, che Pingu si accorse della loro presenza e gli uccise entrambi a colpi di Liquidator cal. 45 magnum.

- L'allenatore chiese un cambio e l'arbitro, dapprima perplessamente preoccupato, ma infine ben conscio della propria stimata e indiscussa professionalità,  uscì dal campo e tornò circa mezz'ora dopo, con il pomolo e l'asta delle marce delle sua fiat 128.

- Il piccolo Mariolscricng finì all'ospedale con emorragie multiple agli organi interni. Interpellato dall'allegro (come un cazzo) chirurgo disse che la mamma gli aveva ordinato di mangiare tutto il piatto, sennò non ci poteva andare a giocare con gli amichetti al parco, e lui così aveva fatto; aveva mangiato tutto il piatto (che era di ceramica). Postfazione a quest'ultima cacata: udito ciò il chirurgo tentò di autoestrarsi al vivo l'appendice, ma toccò qualcosa (tipo la cassa toracica, chessò...) con le pinze e partì per tutto l'ospedale un fastidiosissimo fischio assordante.

- Mancava l'ultima partita di campionato. Il risultato avrebbe deciso se gli "Sciarcs" del college "Eimricanpai" avrebbero finito la stagione per primi o per secondi. Maicol James Smith, il miglior quoterbec strategico che l'Illinois avesse mai visto dopo le gemelle kessler sapeva che il risultato finale sarebbe dipeso quasi esclusivamente da lui, come sapeva che l'indomani a bordo campo ci sarebbe stata la bella Maryjane Susan Scrumble a guardarlo e che non avrebbe potuto permettersi errori se voleva conquistarne il figa cuore. Era perso così nei suoi pensieri quando il rude grido del coach, Mr. Grinsvulpbergs, lo riportò in zerotre alla cruda realtà "Gambe in spalla e vai!"
Maicol ce la mise tutta, ma siccome era un grand' atleta ma non un contorsionista, per riuscire a mettersi le gambe in spalla si spezzò entrambe le rotule. Gli Sciarcs l'indomani persero e Maryjane andò a scopare cena fuori col ranning bec degli "ocs" dell'istituto "scherimuvi".


p.s. ricordatevi che domani esce l'intervista al sottoscritto sulla rivista pizzafichi & cotillons (che nessuno sa cosa sono)

venerdì 24 maggio 2013

Etimologie inconcepibili (ovvero un post degno di Umberto Eco)

Innanzitutto un buongiorno a voi, affezionatissimi seguaci di questo temutissimo (per la franchezza dei suoi contenuti) bloggocioccoloso. Quest'oggi voglio vestire i miei panni da linguista (detengo una laurea che son quasi sicuro c'entri qualcosa) e affrontare la spinosissima quistione dell'etimologia di alcune parole di uso comune. Proprio per chi non dovesse conoscere l'etimologia di questa parola (etimologia, non comune), iniziamo subito spiegando l'etimologia di etimologia.
Etimologia: è la scenza scienza che studia l'origine e la storia delle parole e la personalità in base al numero di scarpe portato.
Vediamo quindi ora di sviscerare insieme il reale significato di alcuni tanto ameni quanto inutili vocaboli che usiamo ogni giorno, sicuramente a sproposito:
Cosa: parola di uso non comune, deriva da questa è troppo lunga da spiegare ed è un po' come la parola "casa" ma con la "o"
Cittadino: Altra parola oggi poco usata, che sta ad indicare un'intera città posta sotto il dominio di Dino. Deriva dall' arabamaico "Xictadynun" che anticamente significava "colui che vive in una città posta sotto il dominio di Dino.
Campo: Parola usata per lo più per descrivere un pezzo di qualcosa dove si coltiva o si gioca a qualcos'altro; deriva dal Niuyorchese antico "campoo" (si legge campu) che significa letteralmente "continuo a vivere". Celebre in questo senso la doppia domanda a semi-reticenza dell'antico poeta latino John Garagion "Oggi la squadra scende in... e tu come stai?"
Pappagorgia: parola dal suono di per sè ilare che non richiede altre spiegazioni per poter essere apprezzata.
Et: Latinismo di congiunzione, usato anche per indicare un alieno dall'improbabile fisionomia che vuole tornare a casa telefonando ma ha finito la scheda e la wind gli ha bloccato il traffico e gli sms. 
Collavinilica: Parola usatissima dalle ultime diciotto generazioni con il significato di "scherzosa presa in giro". Deriva probabilmente dall'antichissimo dialetto "mucciaccico" di ceppo "artattackiano".  Nella valenza originale il suo uso era imprescindibile dalle parole "abbondante" e "cartapesta" e prendeva il significato di "principio ultimo sul quale si basa la creazione estemporanea di qualsiasi forma d'artre improvvisata"

Anche oggi abbiamo fatto cultura; adesso posso andare ad insultare qualcuno su Twitter.
Fanculo a voi Ai lov iu ol.

lunedì 20 maggio 2013

2 parole sull'impermeabile impermanenza della vita

Oggi c'ho solo quattro (due) cose da buttare lì senza pensare:

numero 1 (tre): la vita è come la battaglia navale; oggi c6, domani b4.

numero 2 (otto): la vita è imprevedibile; un attimo prima non ci sei più e l'attimo dopo ci sei di nuovo.

domenica 19 maggio 2013

Quando, tanto tempo fa, sarò a Ollivud

Ebbene sì; una volta ero anche regista. A dirla tutta lo sono ancora, solo che non faccio un film da quarant'anni (calcolando che ne ho trenta e qualcosa, niente male direi). Comunque, una volta mi trovavo a passeggiare a Ollivud, sul Roberdeniro Bulevard per la precisione, quando un trafelato sceneggiatore mi fermò ansante e tosto mi dicette disse chiese "lei per caso è un regista?"
"Assolutamente no" risposi  "ma per aiutare un bisognoso, posso divenirlo al volo" e così dicendo indossai istantaneamente sciarpa e megafono e mi sedetti sulla scomodissima sedia pieghevole Ikea col la scritta "regista" sulla parte posteriore. Iddu sceneggiatore mi condusse sul luogo dove si girano i films e, prima di iniziare a lavorare, mi portò a fare la tipica colazione della grandi stars: mocaccino e brioche congelata scaldata al forno. Poi crollò in ginocchio e piangendo come un pupo (quello di gelato al cioccolato) mi disse "ti prego, aiutami tu che sei regista; devo girare un film entro oggi, come promesso al poduttore e non ho neanche un'idea buona; il mio soggestita è ubriaco fradicio da 45 settimane e non so dove andare a parare. Qui a Ollivud non vigono le normali leggi di voialtri; se non do il film al produttore per tempo, verrò punito entrando nel pubblico fisso dielle trasmissioni di Mariadefilippi (tuttoattaccato)"
"Nessun problema amico mio" gli risposi "tu mi hai offerto la colazione e adesso io ti salverò dall'orlo del baratro filmico. Come prima cosa ingaggia istantaneamente i dieci attori più pagati al mondo e le dieci attrici con le tette più grandi; poi fammi portare da qualcuno un succo mela/banana ed elargiscimi subito un blocchetto per appunti  a quadretti e uno scrivente."
Detto fatto, nell'arco della giornata ideai e diressi la storia più migliorerrima dell'ultimo decennio di cinema:

Titoli di testa - titolo del film "Mario Rossi antieroe", sottotitolo "come se fosse per due; noi siamo in quattro" - introduzione con voce narrante che spiega con parole pompose  e magniloquenti come un semplice uomo qualunque possa, per solide motivazioni, divenire più eroe di un supereroe e compiere il suo glorioso destino con azioni da lui stesso inaspettate - entra in campo il protagonista - primo piano sullo sguardo: è lo sguardo di una persona pienamente consapevole del peso che grava sulle sue spalle, pronto al sacrifio per la giusta causa; è uno sguardo che vede ben oltre il visibile; non è "uno sguardo" ma è "lo sguardo" - l'inquadratura si allarga; Mario cammina, attraversa la strada sulle striscie pedonali, passa un camion e lo arrota. - titoli di coda.
Vinsi quattro premi oscar (ma non ho le statuette perchè le avevano finite) e il film fu campione d'incassi in tutto il mondo miniaturizzato del tabellone di Risiko del figlio della mia vicina di casa.

...non è che è da tutti...

venerdì 17 maggio 2013

Storie di vita vissuta (da altri però)

Eravamo nel Viet-fottuto-nam: all'improvviso il soldato Mc Namara... ah, no, cazzo... quella è un'altra storia.
Eravamo in fila alle poste; all'improvviso un impiegato divenne istantaneamente (proprio quando sarebbe toccato  a noi) un postino d'assalto e tosto si defilò a espletare il suo cittadino lavoro di consegna lettere/buste/pacchipacchetti porta a porta. Mi rivolsi perciò, un po' perplessamente, devo ammetterlo,  all'impegata dello sportello vicino, domandando gentilmente se avessimo potuto immantinente pagare a lei le bollette (motivo per cui ci trovavamo in quel posto). Domanda alla quale ella prontamente rispose "Morite stronzi; dovete fare la fila come tutti gli altri, poichè invero questo è un altro sportello... fuori dalle palle!"
Vista la di lei garbata risposta ce ne andammo, non prima però di averle elargito un buffetto sul naso a mano chiusa con sostanziosa retrocarica  (il sangue fu cosa puramente collaterale).
Mentre stavamo uscendo da quel ridicolo edificio, una domanda mi si affacciò alla mente: Se un postino postasse un post (su un blog, ad esempio), ove parlasse del posto dove si trova un catalogo di postalmarket, e indicasse come farselo spedire per posta, magari in un postribolo e pagando con un postdatato... poi persi il filo e iniziai a pensare ad altro.
Decidemmo di recarci in un bar lì vicino (parlo al plurale perchè con me c'era il mio amico invisibile Akrodisfirpitulongjugo: che burloni i suoi genitori a chiamarlo così...), ma non c'era nessun bar lì vicino, così imprecai contro la mia incapacità di modellare il mondo secondo i dettami dei miei desideri (all'asilo ci riuscivo) e carcammo un altro bar, entrammo e ci appostammo gagliardi al banco. Ordinai un semplicissimo caffè con mezzo orzo doppio lungo in tazza grande tiepido lievemente macchiato con latte di capra con tanta schiuma solo al centro e una spruzzata di cacao ai lati. La banconiera mi disse di recarmi repente affanculo, al che decidemmo di andarcene da quel posto dall'asimmetrica architettura (in che città visivamente bizzarra eravamo capitati), dopo aver elargito una testata sui denti alla cameriera (un inchino di saluto mal interpretato).
Ci risvegliammo indolenziti, non so quando, in una cella buia; dall'esterno giungevano delle concitate voci in una lingua a noi sconosciuta e il rumore come di un incontro clandestino di Muaitai ... ma questa è un'altra storia.


P.s. Non entrate in un Kebab; a parte chè è troppo piccolo per farci stare una persona intera, poi qualcuno vi mangerebbe!!!

mercoledì 15 maggio 2013

Aneddoti poco credibili {ma veri [forse (e invece...)]}

A volte accadono nel mondo cose imprensibbbili (sì; con 3 "b", e allora?!). Essendo stato per anni cronista frilens e detective privato con licenza di "cucinare con padella aderente",  vi riporto oggi alcuni fatti che a sentirli non ci si crede...

- Una volta un designer Ikea è impazzito dopo aver scoperto i nomi degli oggetti che per anni aveva contribuito a disegnare. In preda ai sensi di colpa il suo cervello è andato in tilt: ha iniziato ad andare in giro per la città a casaccio e a rendere modulare e componibile qualsiasi cosa gli capitasse a tiro; case, ospedali, scuole, macchine, suore, un papa, gatti, pezzi di pane e quant'altro. È stato fermato dalla polizia Kunsvig mentre tentava di inscatolare una palazzina di trentaquattro piani in imballi piatti comodi da trasportare.

-  Una volta un signore ha fatto l'impiegato per tanti di quegli anni che dopo non riusciva più a tornare dritto (questa è proprio di infimo livello, scusate. È che non si può volare sempre alto... oddio, volare... oddio, alto...)

- Una volta un tizio che voleva lavorare ha trovato solo impieghi talmente brevi, con contratti talmente assurdi, che è riuscito a finire l'apprendistato a 97 anni, 10 anni dopo essere morto.

- Un Team di esperti dell'università di Boston una volta ha scoperto che sono i piccioni a combinare i matrimoni, come piccoli cupidi piumosi: essi infatti scagazzano in strada per dirottare le traiettorie camminatorie degli umani, per farli incontrare "casulamente" le loro anime gemelle, con le quali prima o poi convolano a nozze. Poi gli invitati gettano il riso che i piccioni si pappano a fine cerimonia, portando così a compimento il loro astuto piano. 

- Una volta Riciar Ghir (o Robert Pattinson (cazzo, questo già si scrive come si legge!), a seconda della generazione) ha accennato lievemente ad una seconda espressione facciale.

-  Una volta un produttore ha provato a sostituire i presentatori e le sciògherls di un programma con dei pupazzi di plastica, per aumentare il realismo della trasmissione. Ha funzionato, va in onda coi pupazzi da vent'anni.


Mi cito da solo per vilipendio (che non so esattamente cosa sia; adesso lo vado a cercare su gogol) alla pubblica calcioautomobilidonnenude e mi autopunisco con la visione forzata di un programma tv qualsiasi.


lunedì 13 maggio 2013

Colpi di culo inaspettati

- Proprio quando era certo che quel giorno sarebbe arrivato in ritardo al lavoro, perchè aveva perso 74 bus di fila, Ulcrolfralo fu preso lui da un bus (in pieno) e non ci arrivò proprio (mai) più in ritardo al lavoro .

- Esifimio aveva un sacco, ma proprio un sacco, di problemi: doveva pagare il mutuo della casa e le rate della macchina, le bollette, il canone tv, la palestra, il cellulare nuovo e doveva anche cambiare il computer, che era vecchio. La paga non bastava mai; più volte aveva richiesto piccoli prestiti e mutui per far fronte a tutte le spese (solo per comprare qualche borsa di roba biologica partivano centoni  a nastro). Inoltre nessuno lo sapeva capire; sua moglie, gli amici, i colleghi... tutti erano persi egoisticamente nei loro problemi, come se fossero più importanti dei suoi... Il lavoro, poi, gli faceva schifo e il suo capo era un vero bastardo; Si alzava (Esifimio, non il suo capo) tutte le mattine controvoglia e col mal di testa e andava a dormire ogni sera a pezzi, pieno di brutti pensieri.
Ogni giorno della sua vita qualche nuovo problema si accumulava su quelli vecchi, di contro quelli vecchi sembravano non risolversi mai; stava arrivando sull'orlo di un vero e proprio esaurimento nervoso...
Poi, una mattina, mentre stava andando verso la macchina per recarsi al lavoro, Esifimio fu arrotato da un motorino e morì sul colpo. D'un tratto i problemi non c'erano più.

-  Ad Ulrigibonfanrio portarono via la casa perchè non pagava il canone tv; adesso non era più tenuto a pagarlo.

- "Un caffè e due brioches; fanno tre euri!"
"Uh... ho solo una banconota da milleduecentotrentaquattro euri e 23 eurocents..."
"Non si preoccupi, me la tengo ben volentieri al posto dei tre euri"
"Ma pensa; che culo..."

- "Ecco, è un bel maschietto, lo tenghi pure in braccio, caro il mio neo papà"
"Ma veramente io sul curriculum, sotto la voce impieghi di preferenza, avevo scritto papa, senza l'accento..."

- "Sento male alla mano sinistra" disse Quirkquarkquark, svegliandosi in ospedale, dopo un brutto incidente avuto mentre tentava di arrampicarsi sul muro del suo palazzo, per entrare dalla finestra, perchè non trovava le chiavi di casa e non voleva assolutamente perdersi la finalissima di Amici a Masterchef Sanremo.
"Oh, non si preoccupi; lei si inganna di certo" disse il medico "le abbiamo amputato tutto l'avambraccio"


Mi domando io stesso perchè scrivo 'ste sronzate galattiche...

domenica 12 maggio 2013

Critica cinematogarfica

Forse non tutti sanno (o non gliene frega un casso) che tra i vari titoli e onoreficenze di cui sono stato insignito in questi anni, c'è anche quello di Critico Cinemartogarfico Magno, che mi conferisce la facoltà di recensire i films (non che chiunque altro non lo possa fare, ma io lo faccio con concesso entusiasmo). In questo post, solamente per voi, voglio superare me stesso recensendo tutto il cinema esistente; ovviamente questo sarà possibile solo grazie alla capacità di sintesi che mi ha reso celebre in tutto il mondo (o almeno in provincia dell' LV-426).

I films,come i gusti, sono soggettivi; a qualcuno piace questo, a qualcun altro piace quello e blah blah blah... comunque sono films e non libri o fumetti o teatro o altro.

Se vi piace e trovate che questa recensione sia stata utile,  potete elargirmi delle ricche donazioni o dei muffin alla panna e fragola.




sabato 11 maggio 2013

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Molti mi fermano per strada e mi chiedono quale sia il segreto del mio successo; come abbia fatto questo blog a divenire, in soli trent'anni, uno dei più seguiti del mondo intero. Rispondo qui di seguito, così lo possono sapere tutti contemporaneamente. Che se dovevo telefonare singolarmente per spiegarlo ad ognuno, spendevo almeno almeno 10 cents 100mila miliardi (di dollari italiani però).

numero 1) Ho dirottato gli accessi del blog di Joe Cricket (Beppe Grillo) sul mio sempre messo al primo posto la qualità degli argomenti e l'importanza di soddisfare il mio pubblico, anche a discapito dei molti danari facili che avrei potuto racimolare svendendo il mio notevole talento bloggoso a qualche multinazionale di stronzate.

...sè pl' fasìl!...

Fidati di me, ovvero "quando navigavo nell' spazio"

Oggi vi voglio raccontare un simpaticissimo aneddoto di quando, ormai qualche annetto fa, mi trovavo a girovagare di pianeta in pianeta come capitano della nave mercantile Cazzohaidaguardare.
Era all'incirca un'ora qualsiasi, che tanto nello spazio è sempre tutto buio, e io ero appena arrivato sul pianeta Smiteuesson, situato nella galassia di Maramaionchi. Stavo trasportando, per conto di un ricco petroliere, un grosso carico di uvetta passa che ero andato a prelevare il giorno prima dal minuscolo pianeta Enorme, e che avrei dovuto consegnare entro l'indomani a un tizio dal nome bizzarro, sul gigantesco pianeta Piccolissimo. Trovandomi in anticipo sulla tabella di marcia, avevo deciso di fare una sosta su Smiteuesson, per mangiare un piatto della miglior frittata dell'universo-mondo alla taverna intergalattica Da Stiv nonsoloferramenta e, già che c'ero, per fare un paio di litri di propellente (con la tessera dell' agevolata, per le galassie a statuto speciale).
Una volta dentro ordinai subito subito una porzione di gnocchi con la selvaggina e del Ronco d.o.c. delle vigne di Beta Minotauri per buttarlo giù. Iniziando a mangiare mi guardai attorno in cerca di qualche grugno conosciuto, per scambiare due chiacchere e tentare di ricavare qualche informazione in più sulle preoccupanti voci che avevano iniziato a girare, riguardo un' imminente guerra tra la Confederazione e l'Impero.
Rapido come un lampo (non ero nemmeno riuscito a vederlo) si sedette al mio tavolo Dapret Bensignora, parente del famoso maggiordomo, nonchè noto contrabbandiere dei sette mari spaziali inesistenti. Mi propose un lavoro. "Geims, vecchio mio" disse "ho per le mani un lavoretto facile facile. Devi solo portare me e il mio carico da qui alla nebulosa Stica-2z-i, pseudo-spazio interno. Nessuna domanda, ottimo compenso: 50 mila soldini spaziali subito e altrettanti a fine lavoro, totalmente detraibili dal 740 spaziale. È un affare sicuro. Fidati di me." E col fare arrogante di chi è sempre tre passi avanti agli altri, si scolò a petto l'intero brick (mio) di Ronco d.o.c. e andò in coma etilico; poi prese fuoco. Quando arrivarono i soccorsi era troppo tardi; Dapret si era già spento, in tutti i sensi. Il suo carico, nel frattempo era stato rubato da dei topi di locanda spaziale, la sua nave era esplosa per un corto corcuito e il pianeta aveva iniziato a produrre strane vibrazioni tipo un pianetmoto (il corrispettivo di un terremoto, però non sulla terra ma su un pianeta qualsiasi n.d.a.) in arrivo. Grazie al mio solido sesto senso, interpretai tutti questi piccoli segnali come un presagio di sventura e quatto quatto me la battei senza pagare il conto. Avevo appena lasicato l'orbita del pianeta, che questi esplose in una supernova devastante (un po' come successe a mariolino). Dopo aver informato dell'accaduto tutto l'universo, tramite un tweet spaziale, proseguii per la mia strada, sbattendomene altamente le balle di tutto quanto.
Ah ah ah , quanti bei ricordi. Vogliate scusarmi, ma sono un inguaribile nostagico dei bei tempi andati...eh sì; una volta, qui, era tutto spazio!

p.s. domani esce l'intervista su di me per i tizi de "mozzarille e webs - l'informatica da gustare". Appena posso ve la riporto qui; ma se non riuscite a resistere, chiedete pure il giornale in qualsiasi edicola, che tanto la risposta sarà la stessa ovunque...

giovedì 9 maggio 2013

Idee buttate a cazzo (parte terza)

Riassunto delle precedenti parti (che trovate, che culo, rispettivamente qui e quo): siccome sono un genio con un sacco di idee geniali ma non ho tempo per darne dimostrazione nelle varie arti&mestieri in cui andrebbero genuinamente espletate, le lancio a caso con estro sul webs, nude e crude. "Toh, prendi!"

- Questo sarà un film Olljvoodyano dal titolo "Valvola di sfogo o valvola di sfiga?" Il protagonista è Giannyep Jnotto, il miglior riadattoatore di valvole del Massachusett. Un giorno viene chiamato a riadattare una valvola di sovrappressione di una muta da sub stagna, per conto di una multinazionale del tabacco. Tutto sembra filare liscio; Giannyep completa il lavoro in poco tempo, riceve il maxi assegno della gratifica natalizia di un altro come pagamento e fa ritorno alla sua umile e frugale dimora  di 700 mq più giardino con vista sul mare (che però in questo film dallo sfondo fantasientifico, si è completamente prosciugato ed è stato trasformato in un mega skate-park da alcuni rigazzetti bighellonatori). Da quaella (nota il dittongo) sera però iniziano ad accadere cose bizzarre, tipo che lui muore di infarto. Sarà stata colpa della valvola di sovrapressione che porta sfiga? Cosa c' entra il fatto che che il signor Jnotto mangiasse 8 volte al giorno solo cibo dei fastfud? Un Thriller dai tratti horror; un giallo che si veste di noir; fantascienza che diviene dramma introspettivo... una cagata di merda epocale un must che sarà presto un cult! (si prevedono almeno 8 sequel e svariati prequel)


- Questa è l'idea per un nuovo gruppo di supereroi, che i vecchi hanno scassato la minchia e ci vuole un po' di ricambio generazionale; no che un supereroe vive avventure per tipo 40 anni, partendo che ne ha già tipo 20 e ne dimostra sempre tipo 30 alla grande. Che cazzo di matematica usano questi?!? E allora i miei sei anni di studi alle superiori sono da buttare tutti nel cesso!? ...effettivamente anche sì....
Dicevo: un nuovo gruppo di supereroi fichisssimissimi (partiremo coi fumetti, poi films, musical, tiscerts  e altri ameni gadgets e cottilon, che nessuno sa cosa sono, ecc...) dal nome altisonante tipo i "lassùsuimonticonannette" o i "superfichissimi" o roba simile insomma, che annovera tra le proprie fila pezzi da novanta tipo:
- Capitan Capitano: ha l'aspetto in tutto e per tutto di un capitano di vascello, ma senza un solo giorno d'esperienza come tale. Però sa fare tutti i nodi marinareschi alla perfezione.
- Supererrore: Un supereroe che compie tutte le missioni benissimo, fino alla fine, dove commette ogni volta un errore (dettato per lo più dalla sua cieca arroganza nei confronti dei non-supereroi che invece gli danno le dritte buone) che compromette tutto, scatenando un puttanaio incredibile, prologo alla sua repentina fuga. N.b. Il più delle volte riesce a scaricare le sue colpe su qualche ignaro innocente.
- Mr. Gatto: è un normalissimo gatto che indossa un cravattino e tutti credono che sia un impiegato con la doppia vita di supereroe che si traveste da gatto per passare inosservato (lo so, questa somiglia a pollo boo; embhè!?)
- Timewarp (questo ha un nome quasi serio): eroe col potere di tornare indietro nel tempo, ad un istante qualsiasi della sua vita. L'unico inconveniente è che ci torna anche con la stessa coscienza, quindi si dimentica di essere venuto dal futuro e ripete tutto quello che aveva già fatto senza neanche rendersene conto. Nel futuro non cambia nulla, se ve lo stavate chiedendo; in poche parole è come un cazzo.
Stanlio, aglio e olio: questo è un trio in cui ognuno ha il superpotere di lanciare torte in faccia senza mai mancare il bersaglio e fare delle spaghettate di mezzanotte fantastiche.
Wonder bra: una donna dal decoltè prorompente in costume succinto che ha il superpotere di far vendere le storie del supergruppo a miliardi di fans, anche se mancano completamente storia e contenuti.


dopo queste perle rare, miei affezionatissimi, vi do appuntamento alla prossima puttanata puntata.
Oggi vado a comprarmi una patente, poichè ho voglia di guidare un po'.




mercoledì 8 maggio 2013

Un post a dir poco inutile

Oggi mi son ritrovato a pensare all' inutilità più assoluta di fare un post inutile. Indovinate un po' che ne è venuto fuori? Esatto.
Perchè state continuate a leggere questa robaccia, dunque? Io sarò fuso, ma anche voi non scherzate mica. Comunque, visto che non ho nulla da dire, anche se saprei egregiamente come dirlo, chiudo qui, riportando per vostra gioia, una citazione da "Il paradosso del para-dosso (uno strumento per non rovinare la macchina cadendo nei dossi n.d.t.)" del poeta latino Caglius Divaccarum: "Sed saepe et nihil domus", che tradotto significa "bensì spesso e nulla abitazione".
Vado a comprami una laurea.

martedì 7 maggio 2013

dialoghi improbabili di gente impossibile

Ebbene sì; nel corso della mia vita mi è capitato più volte di assitere ad alcuni dialoghi.
Ve ne riporto alcuni perchè non c'ho un cazzo di meglio da fare (pensavate in qualche assurda scusa imbellettata, eh? Invece beccatevi la cruda realtà!)

Tra professionisti (?!) seri in tv:
- professionista n.1:  ...ho fatto delle scelte di vita forse estreme, motivate dalle situazioni del momento e...
- professionista n.2: Capra!
- professionista n.1: ...ho scritto anche dei libri....
- professionista n.2: Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!
- professionista n.1: ...ho diretto anche alcuni film....
- professionista n.2: Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!
- professionista n.1: ...ho anche scolpito un palazzo...
- professionista n.2: Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!
- professionista n.1: ...ho anche scoperto la causa di varie malattie, trovato fonti di energia pulita alternative, chiesto 100 lire, aiutato la classica vecchina ad attraversare la strada (in verticale, però), fondato ospedali, trovato acqua dove non c'era, fatto tutti i compiti delle vancanze, una volta sono stato papa...
- professionista n.2: Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!
Capra! Capra! Capra! Capra!Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!
Capra! Capra! Capra! Capra!Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra! Capra!
professionista n.1: ...in realtà sono una capra.
- professionista n.2: Lasci che glielo dica: lei è un genio!


Tra gente sobrissima in un locale:
- avventore n.1: Gentilmente, mi passerebbe quella sedia, se non la usa?
- avventore n.2: Non fumo, mi scusi.
- avventore n.1: Ma vaffanculo, va!

Tra altra gente sobrissima in un altro locale:
- avventore n.1: Gentilmente, mi indicherebbe dove si trova il bagno?
- avventore n.2: Non fumo, mi scusi.
- avventore n.1: Ma vaffanculo, va!

Tra astronauti sulla luna:
- astronauta n.1: Che ora è?
- astronauta n.2: Luna!

Tra Bill Gates e il suo primo probabile finanziatore:
- Bill Gates: Ho questa idea di un programma con un' interfaccia a finestre...
- primo probabile finanziatore: Che idea di merda!


Ho il vago sospetto che questo post sia davvero una stronzata.

lunedì 6 maggio 2013

Oggi stamo bene

Il signore n.1 stava parlando col signore n.2 di quanto, al giorno d'oggi, si viva bene grazie all'enorme progresso scientifico-tecnologico e al conseguente miglioramento della qualità di vita. "Se ti serve di sapere qualcosa..." diceva il signore n.1, "ti basta andare su gugol con il tuo smatfon o il tuo tablet e scoprire tutto quello che vuoi." "Sì,..." concordava il signore n.2 "...e poi ci sono le ap per tutto, dal riconoscimento vocale della musica, alle informazioni sui punti d'interesse vicini a dove ti trovi, alle personalità artificiali che rispondono alle tue domande."
"E vogliamo forse parlare dei passi da gigante compiuti dalla medicina?" continuava il signore n.1 "Sono molto vicini a sconfiggere tutte le malattie con apparecchiature sempre più progredite e metodi d'indagine rivoluzionari."
"Eh già..." proseguiva infervorato il signore n.2 "non c'è nulla da dire; siamo proprio fortunati a vivere oggi. Stiamo davvero bene. Penso anche alle auto con i supercomfort, agli abiti di alta moda, ai viaggi organizzati, alla possibilità di vincere molti soldi con i vari superenalotti, ai cibi precotti che fanno risparmiare tempo e a tutto quello che abbiamo che ci rende la vita più comoda... già, al giorno d' oggi si vive davvero bene!".

Nel congedarsi, il signore n.2 toccò per sbaglio col gomito lo specchietto dell'auto nuova del signore n.1, sfortunatamente, rompendolo. Il signore n.1 gli aprì la testa con il crick.

domenica 5 maggio 2013

Conforme!

Introduzione a cura mia:  Se nel seguente scritto doveste per caso notare delle somiglianze con la casa che rende folli de "le 12 fatiche di Asterix" è perchè ci sono. volutamente. Qualcuno potrebbe gridare subito al plagio... ma qualcun altro potrebbe esclamare "è un omaggio!"; qualcun altro ancora potrebbe dire che qui si scoppiazza... ma anche che si cita. per quel che mi riguarda, dichiaro apertamente la mia ignoranza in tutto ciò che riguarda la meccanica e forte della mia ritrovata libertà pedonale, me ne sbatto altamente di tutto; basta che non mi rompiate i coglioni!


"Mi dispiace, ma non è conforme al regolamento; senza il modulo SZ94Y non posso darle proprio nulla. Torni con quello o eviti pure di rifarsi la strada a vuoto!" squittì perentoriamente l'impiegata del comune.
Jean Claud Papaccio quel giorno era riuscito ad ottenere un permesso dal lavoro; in cambio avrebbe dovuto fare il turno nelle due domeniche sucessive a metà della paga base, cosa che non lo rendeva per niente felice, soprattutto adesso che aveva scoperto di dover possedere il modolo SZqualcosa, solo per riuscire a ritirare una stupida lettera in giacenza all'ufficio 5 del Comune di Hazard; senza contare che alla data e all'ora indicate sull'avviso trovato nella cassetta della posta, lui si trovava in casa; questo poteva voler dire solamente che il postino, suo nemico giurato,  per l'ennesima volta gli aveva giocato un tiro mancino (il Malefico Postino sarà presto il protagonista di un'altra fantastica saga in 7 volumi). Jean Claud era un ometto sulla cinquantina, piuttosto basso, di corporatura esile ma con una discreta pancetta da incursioni notturne nel frigorifero. Portava gli occhiali fin da piccolo e le spesse lenti di cui abbisognava gli facevano sembrare gli occhi molto più piccoli di quello che erano in realtà. Gran parte dei capelli lo aveva abbandonato già dall'adolescenza e adesso gli crescevano esclusivamente ai lati della testa (venivano usati in modalità riporto), ad esclusione di un coraggioso ciuffetto ribelle sulla sommità del capo.  Sul lavoro era costretto a vestirsi sempre da caramella o banana (era l'addetto allo stimolo creativo del reparto marketing di una grossa azienda di dolciumi e assicurazioni), perciò per quella giornata di libertà aveva scelto di mettersi un abito elegante, solo che l'unico che possedeva era di una ventina d'anni prima e le tarme dell'armadio lo avevano ristretto a sua insaputa; oltre a sembrare un salamino nella retina, il signor Papaccio, con quell'abito, aveva anche l'aria di un bambino troppo cresciuto (o del chitarrista degli AC/DC) poichè i pantaloni gli arrivavano di poco sotto le ginocchia e le maniche della giacca appena sopra i gomiti.
"...Va bene... e cosa devo fare per avere questo modulo SZ...9..,"
"Il modulo SZ94Y!  Deve andare al quarto piano dell' "ufficio destri" nel palazzo adiacente a questo e chiedere delucidazioni lì."
"Grazie, allora vado e ritorno col modulo, buongiorno"
"Ecco sì, bravo; Vadi, vadi a prendere il modulo."
Così il signor Papaccio si incamminò verso la sua nuova meta, ma circa a mezza via, passando davanti ad un  bar, gli venne voglia di bere un cappuccino, così, timidamente varcò la soglia del bar "giglio" (il padrone aveva nomea di essere un galletto).
"Buongiorno, vorrei un cappuccino, per favore"
"Mi dispiace, ma non posso serviglielo" disse prontamente il maitre dell' infimo bar.
"e perchè?!" chiese perplessamente il Sig. Papaccio
"Non è conforme al nostro menù odierno, signore."
"Non è...conforme?"
"Esatto, signore. Non è conforme. Per oggi non è previsto il cappuccino, signore. Ma se vuole può conformemente ordinare un caffè d'orzo, un caffè macchiato con tanta schiuma, un caffè ristretto doppio in tazza grande, un caffè gocciato special, un decaffeinato shackerato senza..."
"Va bene, ho capito. Grazie" il sign. Papaccio si sentiva stranito, quasi come si sentiva ogni tanto in alcuni sogni. "Mi dia un caffè d'orzo... con zucchero di canna" disse alla fine deciso.
"Impossibile, signore. Lo zucchero di canna non è conforme. Oggi solo dolcificante".
"Ma... mi sta prendendo in giro, per caso?"
"Non mi permetterei, signore. Se non mi crede, dia un'occhiatazza qui" e così dicendo il maitre tirò fuori da sotto il bancone un listino e lo porse cortesemente  a Jean Claude, il quale constatò che effettivamente tutte le vivande del bar di quel giorno erano raggruppate sotte due voci principali: "conforme" e "non conforme".
"Forse è meglio che vada" disse poi, con voce incerta; si girò e si uscì dal bar, senza prestare attenzione alla risposta del maitre.
Entrato nel palazzo, sede della sua meta, constatò che l'ascensore era fuori servizio dall'86, quindi salì i cinque piani di scale a piedi e iniziò a cercare l'uffico destri. Dopo mezz'ora di giri a vuoto per i corridoi di quello che sembrava più un labirinto che una sede amministrativa, trovò finalmente la porta che stava cercando, chiusa. Provò a bussare ma non giunse nessuna risposta. Sospirò e si incamminò nuovamente alla ricerca delle scale. Giunto in portineria al piano terra, chiese delucidazoni.
"Mi dispicace, ma l'ufficio destri è chiuso già da qualche anno" disse garbatamente il simpatico e pacioccoso portiere, prima di fare un'espressione indecifrabile e vomitare a getto sul vetro dello sportello informazioni.
"Uh, mi scusi, ho bevuto dieci bottiglie di terrano d.o.c., ieri a cena. Forse ho esagerato un pochin..." e si interruppe per svomitazzare nuovamente.
"...come... come è chiuso...?" chiese perplessamente Jean Claude.
"Sì, vede, l' hanno chiuso in seguito alla dichiarazione di non conformità di un ispettore. Trovò ben due fogli di carta da riciclo fuori posto."
"Ma io ho bisogno del modulo SZ94Y per ritirare una lettera in giacenza all' ufficio 5 dell'altro palazzo. È lì che mi hanno detto di venire all'ufficio destri a chiedere del modulo..."
"Ah, ma se è per il modulo poteva dirlo subito; basta andare al decimo piano e chiedere allo sportello "passaporti alternativi..." ciò detto il portiere divenne verdastro, vomitò di nuovo e cadde svenuto a faccia.
"Buongiorno, ho bisogno del modulo  SZ94Y" disse Jean Claude tra un respiro affannato e l'altro, dopo aver salito i dieci piani di scale quasi di corsa.
"Deve fare un passaporto falso?"
"Eh? no. Devo ritirare una lettera in giacenza all'ufficio 5 dell'altro palazzo."
"Allora devo informarla che c'è stato un disguido..." disse la parruccona al di là dello sportello. "Qui rilasciamo il modulo SZ94Y/1, atto al rilascio dei passaporti falsi, ma non conforme al ritiro delle lettere in giacenza; per quello serve il modulo SZ94Y/3, che può trovare al secondo piano dell'altro palazzo; ufficio protocollare spostamento sedie."
"Capisco..." disse sempre più perplesso il sign. Papaccio. "Ma non ci sarebbe la possibilità di..."
"No."
E il sign. Papaccio si incamminò per l'ennesima volta verso le scale, con la testa sempre più vicina al pavimento.
Mentre era per strada gli cadde l'occhio sul parabrezza della sua utilitaria senza portiere, e più precisamente  sul foglietto verde incastrato sotto il tergicristallo. Incredulo, gli occhi quasi fuori dalle orbite,  lesse la causale della multa di 300.000 milioni di soldi: vettura posizionata in maniera non conforme al codice, per 1 cm. Non  riusciva a crederci, si sentiva intontito per fortuna una voce lo riportò bruscamente alla realtà: "Che c'hai per caso una cartina?" al che Jaen Claude gli allungò la multa e l'individuo se la fumò con gioia.
Una volta arrivato all'uffico protocollare spostamento sedie apprese che lì non rilasciavano più il modulo SZ94Y/3 da un mese; adeso era un affare dell'ufficio "creazione nomi ministeri inutili", al ventesimo piano.
Ma non andò molto bene nè lì, nè negli altri quindici uffici tra cui fu fatto rimbalzare quel giorno.
"Quel modulo non è più conforme per la richiesta del ritiro lettere in giacenza, ora deve chiedere un foglio B47 e con quello un ticket F32M", "deve tornare indietro e farsi vidimare la carta GFIFP76, poi ritorni.", "No, per ritirare lettere in giacenza deve prima sbattere i tacchi tre volte", "impossibile, non esistone lettere in giacenza qui da noi", "Per vidimare questo foglio, me ne serve prima un altro uguale già vidimato", "torni domani alle 14; noi siamo aperti fino alle 13.30" furono alcune delle risposte che ricevette. Alla fine, usando lo stesso stratagemma di Asterix, fu lui a chiedere a uno sportello un inventato formulario D93acciuga, grazie al quale mandò in tilt l' intero sistema endocrino-amministrativo feudale del villlaggio, ottenendo infine, verso le otto di sera, la sua lettera.
"Caro signor Papaccio, la presente per informarla della sua conforme condanna a morte per riscontrata non conformità sul suo bollettino per il pagamento della retta universitaria di  trenta anni fa. Ad ogni modo, visto il lasso di tempo trascorso, il giudice supremo ha decretato che la pena verrà revocata nel caso in cui questa lettera rimanga in giacenza all'ufficio 5 del comune di Hazard almeno per dieci giorni dalla data del mancato recapito (nel caso in cui questo avvenga, a discrezione del postino). Conformemente le auguriamo una buona giornata."
Jean Claude Papaccio rimase incredulo, nel realizzare che l'indomani sarebbe stato il decimo giorno e che questa volta il malefico postino aveva voluto aiutarlo, forse in nome del rispetto per il proprio nemico, cardine del durissimo addestramento che aveva ricevuto dai monaci postali della sede centrale.

E adesso il momento che tutti voi attendevate con ansia: il finale a scelta (barrate quello che più vi piace o  scrivetene voi uno migliore, saccentoni dei miei stivali):

1) Il sign. Papaccio va incontro al suo tristo destino e muore per mano della legge statale, senza batter ciglio, vestito da banana (l'esecuzione viene fissata dieci minuti dopo il suo turno di lavoro);

2) Il sign. Papaccio muore d'infarto dopo aver letto qualche decina di volte la lettera;

3) Il sign. Papaccio decide di combattere l'ingiustizia della società rimettendo insieme la vecchia squadra, con la quale inizia un'estenuante guerriglia contro l'oppressione a colpi di armi pesanti e incursioni tattiche nei punti nevralgici del nemico. Il malvagio postino si allea con lui mettendo da parte i vecchi dissapori, in nome di un bene superiore.

4) Il sign. Papaccio scappa in un altro stato e diventa un cacciatore di taglie; un fuorilegge a caccia di altri fuorilegge.

5) Il sign. Papaccio si sveglia e scopre che non si trova ad Hazard, bensì sulla Love Boat arenata sulla spiaggia di Fantasylandia.

venerdì 3 maggio 2013

Del perchè e percome questa mattina io sembri assonnato

Qualcuno, incontrandomi quest'oggi per strada, potrebbe legittimamente chiedersi come mai io abbia l'aria così assonnata.
Beh, ho l'aria così assonnata perchè ho sonno! Ma che cazzo di domande...

giovedì 2 maggio 2013

L' esperto

L'esperto non era di certo uno sprovveduto. Lui sapeva sempre tutto di tutto e di tutti e dispensava utilissimi consigli (non richiesti) e altri simpatici gadget (insensati) per aiutare gli altri a vivere più sicuri, sereni e tranquilli; infatti le cose nel mondo andavano sempre benissimo, grazie al suo prezioso aiuto.
L'esperto era nato molto, molto tempo prima, tanto che nessuno sapeva dire esattamente quando, e la memoria del giorno in cui aveva elargito il suo primo consiglio si era persa nella notte dei tempi; sembrava che l'esperto ci fosse sempre stato e sempre avrebbe continuato a esserci. Questo contribuiva a conferirgli un' aura di semi-sacralità e a infondere fiducia nei confronti delle sue sentenze.
Ma esaminiamo le tappe fondamentali della sua formazione, per tentare di capire in maniera più approfondita questo straordinario personaggio:
L'esperto aveva frequentato l'asilo nido in un nido di piccioni, per iniziare da subito ad avere una visione aerea della situazione e al contempo imparare a becchettare sussiegosamente per terra per passare inosservato durante i suoi studi sociologici sul comportamento. Dopodichè si era iscritto all'asilo politico, dove aveva imparato tutto sull'arte della retorica e della costruzione di rifugi e capanne in qualsiasi condizione, senza contare che proprio qui aveva ricevuto l'addestramento speciale per imparare la sottile tecnica di nascondersi dietro un dito. Le elementari le aveva passate all'istituto "Sherlock Holmes" per bimbi dotati di lente d'ingrandimento; da notare che proprio da questi anni derivava l'incredibile peculiarità dell'esperto di riuscire a focalizzare l'attenzione degli altri sul superfluo. Diplomatosi poi al liceo tuttologico "Pico de Paperis&Giampiero Mughini", dove aveva ricevuto un' infarinatura (o per meglio dire un'impanatura completa) di tutto lo scibile umano e dei film di Alvaro Vitali, aveva scelto come ultima tappa formativa obbligata, l'iscrizione all'università di Legolandia, facoltà di Magnificorettorato applicata al dominio del globo. Sembra superfluo parlare poi dei numerosi dottorati, titoli e onoreficenze conseguiti nel periodo immediatamente sucessivo; tanto per citarne un paio ricordiamo il Master of the universe, conferitogli dallo stesso He-man travestito da principe Adam e il Dottorato Supremo, che lo aveva reso capo di tutti i dottori del mondo (infatti era lui a decidere, in ultima sede, chi, come e quando qualcuno andava operato).
Per fare l'elenco di tutti i saggi consigli che l'esperto aveva elargito, non basterebbero due pagine venti enciclopedie, ma non possiamo esimerci dal citarne almeno alcuni tra quelli più pregni della sua genialità:

- Per evitare colpi di caldo, evitate di uscire d'estate nelle ore più calde della giornata, sopratutto se siete bambini o vecchi.
- Per evitare colpi di freddo, evitate di uscire d'inverno nelle ore più fredde della giornata, soprattutto se siete bambini o vecchi.
- Per evitare di morire d'overdose, non drogatevi, soprattutto se siete bambini o vecchi.
- Per evitare di stare male, prendete un sacco di medicine, ma se poi state male per le medicine è colpa vostra; soprattutto se siete bambini o vecchi.
- Se volete vincere al superenalotto, dovete giocare i numeri giusti. Ma giocate consapevolmente, soprattutto se siete bambini o vecchi.
- Se volete smettere di fumare, non dovete più accendere le sigarette,  soprattutto se siete bambini o vecchi. 

L'esperto non agiva sempre da solo; molto spesso si coadiuvava con gruppi di ricercatori, principalmente dell' univerità di Boston, che con la sola spesa di qualche miliardo di denari e di svariati anni, gli fornivano dell'utilissimo materiale, che lui poi sapeva usare come rampa di lancio per spiccare i voli pindarici che lo avevano reso così famoso e amato dalle genti dello sferico (ma leggermente schiacciato ai poli) pianeta chiamato Terra. Una volta, ad esempio, un'equipe di questi ricercatori, in seguito ad uno studio ventennale, aveva scoperto che la coglionaggine derivava da un gene che, dopo altri quindici anni di test, avevano scoperto trovarsi principalmente (ai ricercatori non piaceva usare il termine "esclusivamente") nei gruppi di ricercatori che studiavano il gene della coglionaggine.
L'aiuto dell'esperto era così richiesto ovunque, che ad un certo punto egli aveva deciso, per il bene comune, di divenire ubiquo, così poteva capitare di vederlo contemporaneamente su più canali della TV, a volte su tutti.
Molti (tutti) di quelli che avevano seguito i consigli dell'esperto non erano riusciti a risolvere il loro problema, ma questo solo perchè non erano in grado di interpretare bene il suo sapere e sbagliavano tutto.
Una volta qualcuno aveva detto testualmente "...sto esperto è na capa d' 'cazz!" e qualcun altro aveva detto, sempre testualmente "esperto dei coglioni miei" ma erano stati subito sedati con la morte da una folla conformemente inferocita in difesa del santo dell'esperto.
L'Esperto sedeva sovente sul suo trono dorato tutto impestato di teschi sanguinanti, nell'infinita reggia vuota in cui abitava, osannato da miliardissimi di fedeli che si prostravano ai suoi piedi  e si immolavano davanti ai suoi cancelli, per fargli capire quanto gli volevano bene; qualcuno chiamava anche in diretta per fargli una domanda e fargli fare bella figura a Domencia In.
Un bel giorno l' Esperto era morto perchè si era ricordato di non esistere.