venerdì 24 maggio 2013

Etimologie inconcepibili (ovvero un post degno di Umberto Eco)

Innanzitutto un buongiorno a voi, affezionatissimi seguaci di questo temutissimo (per la franchezza dei suoi contenuti) bloggocioccoloso. Quest'oggi voglio vestire i miei panni da linguista (detengo una laurea che son quasi sicuro c'entri qualcosa) e affrontare la spinosissima quistione dell'etimologia di alcune parole di uso comune. Proprio per chi non dovesse conoscere l'etimologia di questa parola (etimologia, non comune), iniziamo subito spiegando l'etimologia di etimologia.
Etimologia: è la scenza scienza che studia l'origine e la storia delle parole e la personalità in base al numero di scarpe portato.
Vediamo quindi ora di sviscerare insieme il reale significato di alcuni tanto ameni quanto inutili vocaboli che usiamo ogni giorno, sicuramente a sproposito:
Cosa: parola di uso non comune, deriva da questa è troppo lunga da spiegare ed è un po' come la parola "casa" ma con la "o"
Cittadino: Altra parola oggi poco usata, che sta ad indicare un'intera città posta sotto il dominio di Dino. Deriva dall' arabamaico "Xictadynun" che anticamente significava "colui che vive in una città posta sotto il dominio di Dino.
Campo: Parola usata per lo più per descrivere un pezzo di qualcosa dove si coltiva o si gioca a qualcos'altro; deriva dal Niuyorchese antico "campoo" (si legge campu) che significa letteralmente "continuo a vivere". Celebre in questo senso la doppia domanda a semi-reticenza dell'antico poeta latino John Garagion "Oggi la squadra scende in... e tu come stai?"
Pappagorgia: parola dal suono di per sè ilare che non richiede altre spiegazioni per poter essere apprezzata.
Et: Latinismo di congiunzione, usato anche per indicare un alieno dall'improbabile fisionomia che vuole tornare a casa telefonando ma ha finito la scheda e la wind gli ha bloccato il traffico e gli sms. 
Collavinilica: Parola usatissima dalle ultime diciotto generazioni con il significato di "scherzosa presa in giro". Deriva probabilmente dall'antichissimo dialetto "mucciaccico" di ceppo "artattackiano".  Nella valenza originale il suo uso era imprescindibile dalle parole "abbondante" e "cartapesta" e prendeva il significato di "principio ultimo sul quale si basa la creazione estemporanea di qualsiasi forma d'artre improvvisata"

Anche oggi abbiamo fatto cultura; adesso posso andare ad insultare qualcuno su Twitter.
Fanculo a voi Ai lov iu ol.

7 commenti:

  1. Bravo sei bravo... ma basta pubblicarti i finti commenti da solo. O quantomeno maschera l'account, per far finta che sia un altro. E che cazzo!

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  2. Apprezzo l'ordine con cui sono state analizzati i termini: al lettore attento non potrà infatti sfuggire che tutte le prime lettere di questi (se lette una di seguito all'altra) daranno vita a un'inesistente parola impronunciabile che si abbina perfettamente all'anima del blog.

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  3. ECCCPEC oh mio Dog hai fottutamente ragione questa potrebbe essere la parola del secolo.

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  4. Debù scrive: vi informo che ECCCPEC in russo vuol dire "scampi alla Busara", che è infatti una tipica ricetta di quei luoghi. Aggiornatevi!

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