domenica 5 maggio 2013

Conforme!

Introduzione a cura mia:  Se nel seguente scritto doveste per caso notare delle somiglianze con la casa che rende folli de "le 12 fatiche di Asterix" è perchè ci sono. volutamente. Qualcuno potrebbe gridare subito al plagio... ma qualcun altro potrebbe esclamare "è un omaggio!"; qualcun altro ancora potrebbe dire che qui si scoppiazza... ma anche che si cita. per quel che mi riguarda, dichiaro apertamente la mia ignoranza in tutto ciò che riguarda la meccanica e forte della mia ritrovata libertà pedonale, me ne sbatto altamente di tutto; basta che non mi rompiate i coglioni!


"Mi dispiace, ma non è conforme al regolamento; senza il modulo SZ94Y non posso darle proprio nulla. Torni con quello o eviti pure di rifarsi la strada a vuoto!" squittì perentoriamente l'impiegata del comune.
Jean Claud Papaccio quel giorno era riuscito ad ottenere un permesso dal lavoro; in cambio avrebbe dovuto fare il turno nelle due domeniche sucessive a metà della paga base, cosa che non lo rendeva per niente felice, soprattutto adesso che aveva scoperto di dover possedere il modolo SZqualcosa, solo per riuscire a ritirare una stupida lettera in giacenza all'ufficio 5 del Comune di Hazard; senza contare che alla data e all'ora indicate sull'avviso trovato nella cassetta della posta, lui si trovava in casa; questo poteva voler dire solamente che il postino, suo nemico giurato,  per l'ennesima volta gli aveva giocato un tiro mancino (il Malefico Postino sarà presto il protagonista di un'altra fantastica saga in 7 volumi). Jean Claud era un ometto sulla cinquantina, piuttosto basso, di corporatura esile ma con una discreta pancetta da incursioni notturne nel frigorifero. Portava gli occhiali fin da piccolo e le spesse lenti di cui abbisognava gli facevano sembrare gli occhi molto più piccoli di quello che erano in realtà. Gran parte dei capelli lo aveva abbandonato già dall'adolescenza e adesso gli crescevano esclusivamente ai lati della testa (venivano usati in modalità riporto), ad esclusione di un coraggioso ciuffetto ribelle sulla sommità del capo.  Sul lavoro era costretto a vestirsi sempre da caramella o banana (era l'addetto allo stimolo creativo del reparto marketing di una grossa azienda di dolciumi e assicurazioni), perciò per quella giornata di libertà aveva scelto di mettersi un abito elegante, solo che l'unico che possedeva era di una ventina d'anni prima e le tarme dell'armadio lo avevano ristretto a sua insaputa; oltre a sembrare un salamino nella retina, il signor Papaccio, con quell'abito, aveva anche l'aria di un bambino troppo cresciuto (o del chitarrista degli AC/DC) poichè i pantaloni gli arrivavano di poco sotto le ginocchia e le maniche della giacca appena sopra i gomiti.
"...Va bene... e cosa devo fare per avere questo modulo SZ...9..,"
"Il modulo SZ94Y!  Deve andare al quarto piano dell' "ufficio destri" nel palazzo adiacente a questo e chiedere delucidazioni lì."
"Grazie, allora vado e ritorno col modulo, buongiorno"
"Ecco sì, bravo; Vadi, vadi a prendere il modulo."
Così il signor Papaccio si incamminò verso la sua nuova meta, ma circa a mezza via, passando davanti ad un  bar, gli venne voglia di bere un cappuccino, così, timidamente varcò la soglia del bar "giglio" (il padrone aveva nomea di essere un galletto).
"Buongiorno, vorrei un cappuccino, per favore"
"Mi dispiace, ma non posso serviglielo" disse prontamente il maitre dell' infimo bar.
"e perchè?!" chiese perplessamente il Sig. Papaccio
"Non è conforme al nostro menù odierno, signore."
"Non è...conforme?"
"Esatto, signore. Non è conforme. Per oggi non è previsto il cappuccino, signore. Ma se vuole può conformemente ordinare un caffè d'orzo, un caffè macchiato con tanta schiuma, un caffè ristretto doppio in tazza grande, un caffè gocciato special, un decaffeinato shackerato senza..."
"Va bene, ho capito. Grazie" il sign. Papaccio si sentiva stranito, quasi come si sentiva ogni tanto in alcuni sogni. "Mi dia un caffè d'orzo... con zucchero di canna" disse alla fine deciso.
"Impossibile, signore. Lo zucchero di canna non è conforme. Oggi solo dolcificante".
"Ma... mi sta prendendo in giro, per caso?"
"Non mi permetterei, signore. Se non mi crede, dia un'occhiatazza qui" e così dicendo il maitre tirò fuori da sotto il bancone un listino e lo porse cortesemente  a Jean Claude, il quale constatò che effettivamente tutte le vivande del bar di quel giorno erano raggruppate sotte due voci principali: "conforme" e "non conforme".
"Forse è meglio che vada" disse poi, con voce incerta; si girò e si uscì dal bar, senza prestare attenzione alla risposta del maitre.
Entrato nel palazzo, sede della sua meta, constatò che l'ascensore era fuori servizio dall'86, quindi salì i cinque piani di scale a piedi e iniziò a cercare l'uffico destri. Dopo mezz'ora di giri a vuoto per i corridoi di quello che sembrava più un labirinto che una sede amministrativa, trovò finalmente la porta che stava cercando, chiusa. Provò a bussare ma non giunse nessuna risposta. Sospirò e si incamminò nuovamente alla ricerca delle scale. Giunto in portineria al piano terra, chiese delucidazoni.
"Mi dispicace, ma l'ufficio destri è chiuso già da qualche anno" disse garbatamente il simpatico e pacioccoso portiere, prima di fare un'espressione indecifrabile e vomitare a getto sul vetro dello sportello informazioni.
"Uh, mi scusi, ho bevuto dieci bottiglie di terrano d.o.c., ieri a cena. Forse ho esagerato un pochin..." e si interruppe per svomitazzare nuovamente.
"...come... come è chiuso...?" chiese perplessamente Jean Claude.
"Sì, vede, l' hanno chiuso in seguito alla dichiarazione di non conformità di un ispettore. Trovò ben due fogli di carta da riciclo fuori posto."
"Ma io ho bisogno del modulo SZ94Y per ritirare una lettera in giacenza all' ufficio 5 dell'altro palazzo. È lì che mi hanno detto di venire all'ufficio destri a chiedere del modulo..."
"Ah, ma se è per il modulo poteva dirlo subito; basta andare al decimo piano e chiedere allo sportello "passaporti alternativi..." ciò detto il portiere divenne verdastro, vomitò di nuovo e cadde svenuto a faccia.
"Buongiorno, ho bisogno del modulo  SZ94Y" disse Jean Claude tra un respiro affannato e l'altro, dopo aver salito i dieci piani di scale quasi di corsa.
"Deve fare un passaporto falso?"
"Eh? no. Devo ritirare una lettera in giacenza all'ufficio 5 dell'altro palazzo."
"Allora devo informarla che c'è stato un disguido..." disse la parruccona al di là dello sportello. "Qui rilasciamo il modulo SZ94Y/1, atto al rilascio dei passaporti falsi, ma non conforme al ritiro delle lettere in giacenza; per quello serve il modulo SZ94Y/3, che può trovare al secondo piano dell'altro palazzo; ufficio protocollare spostamento sedie."
"Capisco..." disse sempre più perplesso il sign. Papaccio. "Ma non ci sarebbe la possibilità di..."
"No."
E il sign. Papaccio si incamminò per l'ennesima volta verso le scale, con la testa sempre più vicina al pavimento.
Mentre era per strada gli cadde l'occhio sul parabrezza della sua utilitaria senza portiere, e più precisamente  sul foglietto verde incastrato sotto il tergicristallo. Incredulo, gli occhi quasi fuori dalle orbite,  lesse la causale della multa di 300.000 milioni di soldi: vettura posizionata in maniera non conforme al codice, per 1 cm. Non  riusciva a crederci, si sentiva intontito per fortuna una voce lo riportò bruscamente alla realtà: "Che c'hai per caso una cartina?" al che Jaen Claude gli allungò la multa e l'individuo se la fumò con gioia.
Una volta arrivato all'uffico protocollare spostamento sedie apprese che lì non rilasciavano più il modulo SZ94Y/3 da un mese; adeso era un affare dell'ufficio "creazione nomi ministeri inutili", al ventesimo piano.
Ma non andò molto bene nè lì, nè negli altri quindici uffici tra cui fu fatto rimbalzare quel giorno.
"Quel modulo non è più conforme per la richiesta del ritiro lettere in giacenza, ora deve chiedere un foglio B47 e con quello un ticket F32M", "deve tornare indietro e farsi vidimare la carta GFIFP76, poi ritorni.", "No, per ritirare lettere in giacenza deve prima sbattere i tacchi tre volte", "impossibile, non esistone lettere in giacenza qui da noi", "Per vidimare questo foglio, me ne serve prima un altro uguale già vidimato", "torni domani alle 14; noi siamo aperti fino alle 13.30" furono alcune delle risposte che ricevette. Alla fine, usando lo stesso stratagemma di Asterix, fu lui a chiedere a uno sportello un inventato formulario D93acciuga, grazie al quale mandò in tilt l' intero sistema endocrino-amministrativo feudale del villlaggio, ottenendo infine, verso le otto di sera, la sua lettera.
"Caro signor Papaccio, la presente per informarla della sua conforme condanna a morte per riscontrata non conformità sul suo bollettino per il pagamento della retta universitaria di  trenta anni fa. Ad ogni modo, visto il lasso di tempo trascorso, il giudice supremo ha decretato che la pena verrà revocata nel caso in cui questa lettera rimanga in giacenza all'ufficio 5 del comune di Hazard almeno per dieci giorni dalla data del mancato recapito (nel caso in cui questo avvenga, a discrezione del postino). Conformemente le auguriamo una buona giornata."
Jean Claude Papaccio rimase incredulo, nel realizzare che l'indomani sarebbe stato il decimo giorno e che questa volta il malefico postino aveva voluto aiutarlo, forse in nome del rispetto per il proprio nemico, cardine del durissimo addestramento che aveva ricevuto dai monaci postali della sede centrale.

E adesso il momento che tutti voi attendevate con ansia: il finale a scelta (barrate quello che più vi piace o  scrivetene voi uno migliore, saccentoni dei miei stivali):

1) Il sign. Papaccio va incontro al suo tristo destino e muore per mano della legge statale, senza batter ciglio, vestito da banana (l'esecuzione viene fissata dieci minuti dopo il suo turno di lavoro);

2) Il sign. Papaccio muore d'infarto dopo aver letto qualche decina di volte la lettera;

3) Il sign. Papaccio decide di combattere l'ingiustizia della società rimettendo insieme la vecchia squadra, con la quale inizia un'estenuante guerriglia contro l'oppressione a colpi di armi pesanti e incursioni tattiche nei punti nevralgici del nemico. Il malvagio postino si allea con lui mettendo da parte i vecchi dissapori, in nome di un bene superiore.

4) Il sign. Papaccio scappa in un altro stato e diventa un cacciatore di taglie; un fuorilegge a caccia di altri fuorilegge.

5) Il sign. Papaccio si sveglia e scopre che non si trova ad Hazard, bensì sulla Love Boat arenata sulla spiaggia di Fantasylandia.

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