martedì 9 dicembre 2014

Un tranquillo week end pieno di colloquio

Martin Saltapescatore aveva passato tutta la mattina teso per il colloquio; per calmare un po' i nervi aveva bevuto quarantatrè caffè neri doppi lunghi in tazza grande, ma non era servito a un granchè perchè si sentiva ancora tutto un fascio di nervi. Alle 11 meno tre minuti varcò l'enorme portone d'ingresso della Chevychaseinunnataleesplosivo Enterpraises Incorporated Magagalattic Supercazzolated (conosciuta in tutto il globo come C.E.I.M.S. o anche come Ceims Din) e si diresse verso l'enorme bancone della reception. Guardò in su ed osservò la faccia da sorcio del portiere cinque metri più in alto (il bancone era veramente enorme). Dopo qualche secondo di silenzio la voce stridula del sorcio/portiere squittì un timido -cazzo vuoi?-
-Io avrei un colloquio di lavoro col signor GaiusBaltar Delletrevenezie alle 11 in punto... se così compiace a vossia, messer portiere del casato del sorcio infiltrato - Martin aggiunse queste ultime parole in un secondo momento, quando gli sovvennero le regole della buona educazione cavalleresca che aveva imparato dai suoi istitutori sin dalla più tenera età (24 anni).
-Me cojoni- fu la risposta ferma e immediata del Lord coi baffetti appuntiti assiso sul quell'alto scranno receptionistico, seguita poi da esaudienti spiegazioni -vadi per di lì, 74º piano, settecentoventottodecima porta a caso-
Martin, leggermente perplesso, tentò di chiedere alcune ulteriori delucidazioni -Mi scusi, non ho capi...-
 -Nun me devi da rompe li cojoni!- e sua grazia a guisa di pantegana riprese a leggere il giornale di gossip da cui aveva staccato lo sguardo per interloquire col nostro protagonista.
-Molto bene, allora proseguo- e così Martin si lasciò alle spalle quel simpatico banco informazioni (che adesso da lontano sembrava alto normale) e raggiunto l'ascensore, che partiva dal 73º piano, raggiunse il 74º in un batter di ciglia. Dopo un po' di bighellonamento a casaccio la sua attenzione fu catturata da una targa posta su una porta blindata che diceva "GaiusBaltar Delletrevenezie direttore megagalatticherrimo di questo posto. Si prega di bussare prima di scassinare la serratura".
Il Saltapescatore si guardò in giro nella speranza che passasse qualcuno a cui chiedere il significato di quella dicitura; era molto emozionato dalla prospettiva di ottenere quel posto di lavoro e non voleva rovinare tutto per un inezia. Purtroppo non passò nessuno a parte duemilaquattrocento impiegati che seguivano un mezzo capetto con fare molto lecchinesco. Non li volle scomodare e non chiese nulla ma ebbe un intuizione folgorante e sfondò la porta con una poderosa spallata (si sfondò anche la spalla in realtà ma fece finta di nulla per mantenere un dignitoso contegno). SCRACK, , il Martin ti carambola nell'enorme uffico ruzzolando sul pavimento accompagnato da numerose schegge d'ebano appartenute alla porta in noce, fino a sbattere sotto la scrivania dell'alto papavero.
- Oh, buongiorno. Lei deve essere il sign. Schivaapicoltore; la stavo aspettando-
- Veramente sarebbe Saltapescatore; comunque sì, sono io -  e dopo essersi alzato e scassato di dosse la povere e le schegge di legno tese la mano all'austera persona che avrebbe deciso del suo futuro lavorativo. Quello contraccambiò con una stretta decisa. - Piacere, io sono mister Delletrevenezie, ma lei può chiamarmi esattamente così come le ho appena detto; ma veniamo al sodo, mi racconti un po' del suo curriculumvite-
- Bene allora; immaginando che avrebbe gradito una dettagliat...- Martin fu interrotto da una squassante e fragorosa risata sguaiata; era il pezszo da novanta che si stava sbellicando davanti a lui, tenedosi la pancia da tanto ridere.
- Mi scusi, ho detto qualcosa che non andava? -
- Ah ah ah... Gradito...gradito...ah ah ah, che parola assurda e ilare... ah ah ah...- e giù a ridere sempre più forte
- Mi scusi, io non capisco... è un semplice participio passato del verbo gradi...-
- AH AH AH AH... Participio! Participio! Questa è esilarante! AH AH AH AH AH AH...-
Il signor delletrevenezie adesso piegato sulla scrivania a ridere come non ci fosse un domani, Martin restò qualche secondo basito, poi la decisione risoluta si fece avanti nella sua espressione; si alzò di scatto dalla sedia, estrasse due colt gemelle dalle fondine sotto il completo elegante e le puntò entrambe dritte al petto del ridanciano datore di lavoro.
- Adesso basta ridere!- BLAM! BLAM! Entrambe le bocche fecero fuoco simultaneamente colpendo in pieno petto il disgraziato parruccone che fu catapultato all'indietro dall'impatto dei proiettili e sfondò la vetrata alle sue spalle (che era antisfondamento dall'esterno) e precipitò per i milleseicentoquaranaquindici piani del grattacielo che aveva costruito suo nonno e il nonno di suo nonno prima di lui, sempre continuando a ridere.
- Fanculo; adesso questa è la mia impresa - disse ad alta voce Martin mentre prendeva possesso della poltrona padronale Ikea in sconto al 30%. Poi si accese un pregiato sigaro di cioccolato e tiranto una voluttuosa boccata mise dito all'interfono. Dall'altro capo una voce gracchiante e alquanto seccata buttò fuori -sì, capo?-
- Portami un caffè ristretto macchiato dolce con tanta panna in tazzina, sorcio di merda!... E spiegami un po' che facciamo qui, se così ti compiace! -

FINE

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